De Bruyne spacca le partite. Il resto è voler cercare un pretesto per giustificare le difficoltà di altri (Gazzetta)
Kevin poi si è messo in modalità “gestione”, dettando i tempi del palleggio e pure quelli del pressing. Con qualità ed esperienza.

Mp Firenze 13/09/2025 - campionato di calcio serie A / Fiorentina-Napoli / foto Matteo Papini/Image Sport nella foto: esultanza gol Rasmus Hojlund
Dopo la vittoria del Napoli di ieri contro il Genoa anche la Gazzetta dello Sport esalta la prestazione di De Bruyne subentrato a partita in corso
“Di colpo, l’incanto. Come se qualcuno avesse spinto il tasto on sull’interruttore e ritrovato la luce. Perché poi i sistemi contano il giusto, sono gli interpreti che decidono le partite. E quando Conte ha deciso di inserire Kevin De Bruyne, anche il Maradona s’è svegliato d’improvviso. Ha cominciato a cantare e trascinare, convinto che da quel momento tutto fosse possibile. Così re Kevin ha cominciato a disegnare calcio alla sua maniera, pennellando di destro e di sinistro, rendendo efficace per tempi di gioco e spazio da attaccare anche la palla più banale. Ripulita sempre, resa facile da addomesticare per i compagni. In fondo, è quello che aveva raccontato anche Hojlund mercoledì sera dopo lo Sporting. «Con Kevin è tutto più facile, io devo solo mettermi nella posizione migliore di ricevere la palla, poi quella arriva…». Incontestabile Ramsus, ma è il modo con cui De Bruyne ha preso in mano la squadra nella ripresa a stupire. Perché gli spazi erano ancora più stretti rispetto al primo tempo, ma nessuno aveva quella qualità per ribaltare il campo o trovare un corridoio in profondità per spaventare il Grifone. Kevin ha martellato da subito. E alla fine il muro del Genoa è crollato”.
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È De Bruyne che ridisegna il gioco del Napoli e che apre le porte alla rimonta azzurra
“Da maestro De Bruyne ha messo il piede nell’azione del gol vittoria, pennellando da sinistra un arcobaleno per la sponda di Di Lorenzo, ripulita da McTominay prima della conclusione di Anguissa e il tap in vincente di Hojlund. Tanti tocchi, certo. Ma la dolcezza del sinistro scodellato in area col contagiri dal belga è stata la chiave di tutto. Kevin poi si è messo in modalità “gestione”, dettando i tempi del palleggio e pure quelli del pressing. Con qualità ed esperienza. A uno o a due tocchi, per mandare fuori giri il pressing genoano e permettere al Napoli di respirare e guadagnare campo. E pensare che qualcuno in città, dopo Milano, cominciava a dubitare dell’importanza di De Bruyne in questa squadra. Obiezione sacrilega, di chi è sconnesso con la realtà. Kevin è luce, può non essere più il fenomeno che trascinava il City in Premier e in giro per l’Europa, ma resta un tesoro tecnico inestimabile, un patrimonio del calcio mondiale. Che Napoli ora si può godere appieno, in tutta la sua bellezza e la sua magia. Kevin spacca le partite, disegna calcio. Il resto è noia. È voler cercare un pretesto per giustificare le difficoltà di altri. Col 4-3-3 il Napoli ha fatto molta più fatica. E con Kevin in campo sono aumentati i giri del motore azzurro, raggiungendo il massimo della potenza. Perché una cosa è assaltare l’area di rigore, un’altra è farlo con logica, idee e intuizioni vincenti”.