Tudor: «Uno come Modric non nascerà più, ma speriamo domani faccia cag*re»

In conferenza: «Nel calcio non c'è la controprova, quindi si può sparare di tutto dando giudizi facili e parlando di crisi. Troppo facile così, mancano onestà e cultura calcistica»

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Db Miami 01/07/2025 - FIFA Club World Cup 2025 / Real Madrid-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Igor Tudor

Alla vigilia del match di campionato tra Juventus e Milan, il tecnico bianconero Igor Tudor ha tenuto la conferenza stampa.

La conferenza di Tudor

Ci presenta la partita con il Milan?

«Non so che gara sarà, ma il Milan è una squadra di primissimo livello, con un grande allenatore e grandi giocatori, in un momento buono. Dobbiamo fare una grande gara.»

Quanto vi manca la vittoria?

«Chiaro che manca. Ma io analizzo le prestazioni e la squadra ha fatto due grandi gare con Atalanta e Villarreal: ha fatto meglio dell’avversario ed è mancato poco per vincere. La squadra la vedo bene, anche in crescita. Ma siamo la Juve e il pari non basta.»

Dicono che la Juve sia incompiuta e il Milan invece abbia una chiara identità…

Tudor: «Noi una più chiara identità di così non possiamo averla, sono sei mesi che giochiamo nello stesso modo.»

Si parla molto di equilibrio…

«Noi proviamo a fare i cambiamenti giusti. A me importa vedere la squadra che fa le cose che deve fare. Si lavora, si prova a migliorare sotto tutti gli aspetti. La squadra mi piace perché sta dando tutto e ha un’identità. Poi manca qualche vittoria e nel calcio sappiamo che l’analisi che si fa è diversa se si vince o se si perde. Io da allenatore invece dico le cose come stanno, non in base al risultato».

E’ una questione di mancanza di cattiveria come hanno detto alcuni giocatori dopo il Villarreal?

«Spesso dopo le partite si dicono le cose, anche in modo generale. Quando parlo di nostri difetti a volte intendo il peso di giocatori che si assumano la responsabilità. A volte i difetti li paghi, altre riesci a nasconderli. Sul lungo periodo li puoi nascondere meno.»

Dopo 4 pareggi consecutivi e 11 gol presi in 5 gare è il suo momento più difficile alla Juve?

«A me questi numeri interessano zero. Mi interessa solo che la squadra faccia quello per cui ci alleniamo e dia tutto.»

Offensivamente avete ottimi dati: siete però poco concreti rispetto a quello che create?

«Si può vedere come una cosa positiva se creiamo tanto, le statistiche dipende da come le guardi.»

Le continue rotazioni in attacco non mettono in difficoltà i nuovi?

«Io lavoro con loro su questa cosa dal punto di vista psicologico, poi faccio le scelte di partita in partita».

Ha lavorato sulla tenuta mentale? Il Milan sembra più “leggero”…

Tudor: «Non vedo differenze col Milan sotto questo punto di vista. C’è il campo che dirà chi è più forte.»

Cosa le è piaciuto delle ultime due partite?

«La squadra c’è, pedala. E ribadisco che l’analisi va fatta in modo giusto e indipendente dal risultato e questa cosa è quasi impossibile farla da fuori. Le cose vanno dette come si vedono, poi nel calcio non c’è mai la controprova e quindi si può sparare di tutto dando giudizi facili e parlando di crisi. Troppo facile così, mancano onestà e cultura calcistica di essere obiettivi. Detto ciò, non dico che abbiamo fatto delle partitone, anche noi abbiamo i nostri limiti.»

Che margini di miglioramento ha la Juventus?

«Vediamo domani che partita faremo, penso una bella gara. C’è da giocare, con le nostre qualità, che ci sono».

Spesso si ripetono tanti gol evitabili: la preoccupa?

Tudor:«A me preoccupa tutto. Vivo nella tensione quotidiana.»

Come si migliora nella gestione dei momenti? Questione di esperienza?

«Con 4-5 giocatori di 30 anni si può migliorare. Ma ci sono sempre partite nelle partite, tempi diversi. Spesso si fanno queste domande ma io non posso sempre sapere il perché delle cose. A volte fai bene, a volte le cose vengono, altre no. A volte un giocatore regge la pressione, altre no… sono mille variabili».

Come si limita Modric?

«Siamo stati compagni di nazionale, ha fatto la storia del nostro popolo, non nascerà più uno così: è il doppio di tutti gli altri che arriveranno dopo. Mai visto uno giocare a 40 anni a questi livelli. Sono davvero orgoglioso di lui. Speriamo che domani faccia ca**re.»

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