Chivu sul sostituto di Thuram: «Per ora c’è solo Lautaro, ma al 90% ho già scelto chi lo affiancherà»
Ai canali ufficiali del club: «Abbiamo trovato un equilibrio e stiamo migliorando. Diamo più attenzione sia in attacco che in difesa. Sono contento perché siamo una squadra organizzata»

Db Milano 25/08/2025 - campionato di calcio Serie A / Inter-Torino / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Cristian Chivu
Domani l’Inter affronta la Cremonese a San Siro, Chivu ha parlato alle 14 in conferenza stampa ad Appiano Gentile. Qui le considerazioni dell’allenatore rumeno.
Le parole di Chivu
Cosa pensa Chivu dei tre cleen sheet in quattro gare?
«Abbiamo trovato equilibrio, siamo più attenti anche quando cerchiamo di attaccare. Sono contento perché parto sempre dal fatto di non subire gol, di avere una squadra organizzata e attenta, con tanta voglia di non subire.»
Cosa vuoi vedere in Bonny ed Esposito al posto di Thuram?
«Thuram ha avuto qualche minuto in più per riposare. Per lo Slavia vedevo lui e Lautaro come coppia che avrebbe potuto dare più problemi. Si divertiva, stava bene, purtroppo l’infortunio è sempre dietro l’angolo e dispiace dal punto di vista umano. L’infortunio non è gravissimo, serve solo un po’ di tempo per avercelo con noi.»
Giocherà titolare Bonny?
«Non lo so, vedremo domani.»
Le piace di più la PiLa o la BoLa?
«In questo momento c’è solo ‘La’, poi domani vedremo. Un’idea ce l’ho, al 90% ho già deciso chi affiancherà Lautaro, ma non posso ancora dirlo.»
Hai cambiato finora 20 titolari. Questa linea tende a preservare le energie, coinvolgere tutti e l’avrai anche con tre partite a settimana?
«Per me il solito non esiste. Non ho scaramanzie, non vedo fantasmi. Faccio quello che mi sento e che credo sia giusto nella gestione di un gruppo di giocatori. Per me non esistono regole nel calcio, chi pensa così beato lui. Non esistono limiti, bisogna avere l’apertura di andare oltre e scoprire cose che non ci sono mai state: di questo non ho paura. Quello che non sappiamo è illimitato, quello che sappiamo è limitato: parto sempre da questa frase.»
Chivu continuerà l’alternanza in porta?
«Non esiste la regola che ci sia un portiere di Champions e uno di campionato, esistono le opportunità che loro devono avere. Toccherà dargli la possibilità in base alle mie sensazioni. Quello che io non voglio è egoismo in squadra, sono stato molto chiaro. Voglio che si capisca l’importanza di ognuno di loro. Chi gioca domani? Si vedrà. Non ho niente da nascondere, ma anche i giocatori devono sentirsi responsabili. C’è chi mi dice di dirla prima, chi mi dice di dirla dopo: in allenamento mischio sempre le cose per responsabilizzarli tutti e farli sentire importanti. Magari qualcuno oggi è incazzato perché pensa di non giocare domani e io lo voglio così, nessuno si deve sentire a suo agio. Devono farsi trovare pronti.»
Il miglioramento di condizione è un fattore che aiuta la squadra ad avere più equilibrio?
«La condizione è importante, ma io non ho mai cercato scuse, anche se abbiamo avuto una preparazione corta. Andando avanti la condizione migliora, giocando partite trovi la brillantezza e le cose migliorano. C’è anche il rischio di infortuni, funziona così. Spesso litigo o discuto col preparatore atletico su alcune cose, ma siamo uno staff che ha una certa sensibilità su come e quando fare determinate cose: la cosa più importante è la disponibilità dei giocatori, calati nelle nostre idee e nella nostra metodologia.»
A che punto è Diouf?
«È l’ultimo arrivato, ha bisogno di tempo. L’ho premiato nella prima partita, appena arrivato da un giorno. Ed è perché non esistono regole, si sta allenando bene, lo vedo molto in crescita rispetto a come era arrivato, era un po’ timidino. L’impatto può essere abbastanza grande, lo vedo più coinvolto. I ragazzi lo aiutano tutti i giorni, ha iniziato piano piano a sciogliersi e lasciarsi andare. Vedo qualità, tanta ambizione, determinazione, cultura del lavoro. E prima o poi avrà la possibilità.»
Ti aspetti qualche gol in più dai centrocampisti?
«Non siamo mai contenti di niente. Mi aspetto che la squadra vinca, che entri in campo con mentalità e determinazione, cercando di essere la miglior versione di se stessa. Non dobbiamo neanche dimenticare il fatto che debbano divertirsi, poi a me non importa chi segna: mi importa chi fa l’assist, chi si sacrifica e chi mi dimostra che l’egoismo non esiste.»
Bonny a che punto può arrivare?
«Gli manca solo la titolarità, quella che voi aspettate. È quello che è subentrato in tutte le partite, che non ha mai saltato un allenamento: prima o poi toccherà anche a lui partire dall’inizio. Loro sanno la mia stima, quello che io penso di loro. I ragazzi li curo bene, credo nella loro energia e so quanto è importante avere in un gruppo affermato anche i giovani che danno un surplus di energia, cose nuove e hanno fame. Lui è rispettato e apprezzato in questo gruppo, è un profilo importante e dà l’anima sempre. Cerca di migliorarsi, ha un buonsenso fuori dal comune e mi fa piacere perché gli voglio bene e lo conosco da un bel po’. So cosa è e cosa può dare: prima o poi toccherà anche a lui partire dall’inizio. Lui è felice di essere in una realtà come l’Inter, anche se gli concedo mezz’ora o due minuti.»