Marquez: «Mio fratello mi consigliò di lasciare la Honda, dagli sbagli ho dimostrato di saper cambiare»

Al CorSera: «Volevo la moto migliore, la Ducati. Mi sono chiesto se avesse senso continuare e mi sono arrivate risposte positive. Ho imparato a rispettare il mio corpo».

Marquez

Lusail 13/04/2025 - gara Motogp / foto Psnewz//Image Sport nella foto: Marc Marquez

Il campione del mondo di Moto Gp Marc Marquez ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera dove ha parlato dei periodi bui vissuti che lo hanno portato poi a vincere il nono Mondiale della sua carriera.

Marquez: «Ho dimostrato di saper cambiare, mio fratello Alex è stato quello che mi ha aiutato di più»

Suo fratello Alex sostiene che lei sia diventato un’altra persona dopo gli infortuni. È d’accordo?

«Assolutamente sì. Ho perso anni di carriera, ma proprio quelle batoste mi hanno insegnato tantissimo. Ho cambiato carattere, ho cambiato modo di approcciarmi alla vita e ai problemi. Ora penso di più, prima ero tutto istinto. È stata una lezione».

L’insegnamento più importante?

Marquez: «Rispettare il mio corpo; non lo facevo in passato».

Nove Mondiali, questo è più speciale?

«Sì, insieme al primo in Motogp, nel 2013. Se quello era arrivato grazie a istinto e talento, per questo ho dovuto soffrire tantissimo. Ecco perché durante i festeggiamenti non sono riuscito a contenere l’emozione».

Qual è stato il momento in cui ha capito che poteva farcela?

«Devo tornare al 2023 e alla scelta di lasciare la Honda per la Gresini. Volevo la moto migliore, la Ducati. Dovevo dare risposte a me stesso: “Marc, sei ancora competitivo? Ha senso continuare?”. Sono arrivate risposte positive, ma è stata la decisione più difficile di sempre. Poi, quest’anno, il salto nella Ducati ufficiale: a quel punto toccava soltanto a me ripagare la fiducia. Ecco perché mi sento in pace. Non dimentico le quattro operazioni, ma soprattutto la fretta di risalire in moto. Una decisione ottimistica, rischiosa; intorno a me c’era gente che mi dava fiducia, ma l’ultima parola è stata la mia ed era sbagliata. Combattevo contro me stesso, contro un Marc che diceva “provaci” e contro un altro che diceva “fermati”».

Quale Marc c’è adesso?

Marquez: «Uno che dice: “Non hai preso decisioni giuste in passato, ora dimostra che sei capace di cambiare”. L’ambizione è la stessa , ma ogni vittoria la considero come un regalo».

Nessuno aveva mai vinto il titolo Motogp a 32 anni. Fino a quando vuole correre?

«Mi sento bene, anche se, con gli infortuni che ho avuto, non è tutto rose e fiori. Sarà il mio corpo a dirmi qual è il limite. Sono in forma; l’obiettivo è lottare per il Mondiale anche nel 2026».

Dopo tanti incidenti, come convive con la paura?

«Adesso mi prendo dei rischi soltanto quando ne vale la pena. Fino al 2019 era sempre un “all-in”, anche dopo aver conquistato il Mondiale. Le ultime gare di questa stagione, penserò a finirle, non importa in che posizione, a preparare il 2026 e a non farmi male».

Com’è uscito dal tunnel?

«Con la passione per le moto; se fosse diminuita, avrei smesso. E con gli amici, quelli veri: in pista spesso sei solo un numero, finché vinci va tutto bene, poi… In quel periodo, però, ho ricevuto tantissima solidarietà da meccanici e ingegneri che non pensavo fossero amici. Mio fratello la persona che mi ha aiutato di più, a volte senza saperlo. È stato lui a consigliarmi di andare alla Gresini; l’ha suggerita lui, poi la scelta l’ho fatta io. È stato il miglior consiglio che potesse darmi. E quest’anno Alex sta facendo un campionato fantastico».

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