Berrettini deve arrendersi a Ruud all’Atp di Tokyo
Il tennista romano perde il match in due set (7-6, 6-2); nonostante fosse partito bene, ha accusato un calo fisico notevole nel secondo set.

Italy's Matteo Berrettini reacts after losing a point against Italy's Jannik Sinner during their men's singles second round tennis match on the third day of the 2024 Wimbledon Championships at The All England Lawn Tennis and Croquet Club in Wimbledon, southwest London, on July 3, 2024. (Photo by HENRY NICHOLLS / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE
Matteo Berrettini si ferma al secondo turno dell’Atp 500 di Tokyo, perdendo in due set (7-6, 6-2) contro Casper Ruud, in un match durato poco più di un’ora e mezza.
Berrettini deve arrendersi a Ruud: l’azzurro perde in due set
Nonostante un ottimo primo set per l’azzurro, è calato fisicamente nel secondo e Ruud ha dominato, vincendo cinque set di fila.
A Tokyo, Berrettini era riuscito a ritrovare la vittoria che mancava da 137 giorni, al primo turno contro Munar.
Ancora rimandato l’accesso ai quarti di finale di un torneo, l’ultima volta era stata a Miami sei mesi fa.
Il tennista: «Dopo tanti infortuni, lavoro sulla prevenzione. La mia routine tra pollo, riso e notti insonni»
«Dopo i tanti infortuni agli addominali, adesso faccio tantissimo lavoro di prevenzione e non solo. Abbiamo cercato di capire perché e non è mai semplice, da una parte c’è il fatto che da più di vent’anni faccio questo sport e quindi il mio corpo comincia a essere anche un pochino stanco, poi però allo stesso tempo il lavoro di prevenzione non basta, bisogna allenarsi tanto, bisogna ripetere il gesto che si fa, quindi in quel caso il gesto che mi dava più fastidio era il servizio, quindi bisogna servire tanto, bisogna abituare il fisico a determinati sforzi. Quindi sì, un pochino è cambiato, però allo stesso tempo la forza è sicuramente una base importante per me».
La vita di un tennista è fatta di numerosi spostamenti nel corso dell’anno. A tal proposito, Berrettini ha rivelato: «Smaltire il jet lag è forse la cosa più difficile. Perché il corpo deve abituarsi non solo all’orario diverso, ma anche al clima diverso e tutto quello che ne consegue, quindi è molto complicato. Soprattutto i primi giorni cerco di non fare dei pisolini pomeridiani, ma di fare tutta una ‘tirata’ in modo che la notte arrivo e crollo. Però non è semplice, soprattutto i primi allenamenti quando magari da dove arrivo sono le 3 di mattina e chiedo al mio corpo di allenarmi, quella è una cosa molto complessa, però un pochino è abitudine e un pochino bisogna essere bravi e furbi con il team a schedulare gli allenamenti negli orari giusti».