Musetti: «Il pubblico meriterebbe due italiani alle Finals. Voglio avvicinarmi il più possibile per essere il numero 1»

Al CorSport: «Ora Sinner e Alcaraz sono i più difficili da battere. Ma sono riuscito a farmi un’idea migliore della distanza che mi separa da loro. Vorrei essere protagonista alla Davis quest'anno».

Barazzutti Musetti

Londra (Inghilterra) 10/07/2024 - Wimbledon / foto Panoramic/Image Sport nella foto: Lorenzo Musetti ONLY ITALY

Lorenzo Musetti ha perso la finale del Chengdu Open contro Tabilo martedì scorso, e oggi si prepara ad affrontare i sedicesimi all’Atp 500 di Pechino contro Perricard. L’intervista al Corriere dello Sport.

Musetti: «Voglio avvicinarmi il più possibile per essere il numero 1 del mondo»

Cosa c’era nelle lacrime di Chengdu? E quanto aiuta poter subito ripartire con Pechino?

«Mi sono lasciato andare, è servito a sfogare ciò che avevo dentro. Per me resta una settimana positiva, seppur con un finale amaro. Solo con il duro lavoro arrivano le vittorie. Adesso tra Pechino e Shanghai lottiamo per dei punti importanti e voglio fare bene. In mattinata mi sono allenato con Sonego, è un amico e ha provato a tirarmi su di morale».

Quanto le pesa non vincere un titolo da tre anni? Lo avrebbe barattato con i quarti di New York?

«Sono due cose diverse. I quarti di finale in uno Slam ti danno qualcosa in più come punti e soddisfazioni, mentre un titolo è qualcosa che rimane in una carriera. Chiaramente c’è differenza tra perdere una finale in Atp 250 o una finale Major come è successo a Sinner. Sul momento è ovvio mi abbia fatto male, anche perché me la sono giocata fino alla fine e forse avrei meritato qualcosa in più. Inoltre è chiaro che tre anni dopo la vittoria di Napoli, questo titolo lo cercavo e lo volevo. Speravo di alzare il trofeo, ma dopo due giorni fa già parte del passato. Sono pronto ad andare avanti».

Anche perché è in piena corsa per un posto alle Finals. Come la sta vivendo?

«Intanto ho sorpassato De Minaur e sono contento perché salire al settimo posto era uno dei miei obiettivi. Direi che provo un misto tra entusiasmo e pressione, ma sono onorato di essere nella posizione di lottare per la qualificazione a Torino. Giocare con i migliori otto del mondo sarebbe speciale, un sogno che coltivo da quando ero piccolo, in più il pubblico si meriterebbe di avere due italiani in campo».

A fine 2024 ci disse che non avrebbe senso giocare se non credesse di poter diventare numero 1. Un anno dopo quanto ci si è avvicinato?

«Molto in termini di consapevolezza. Poi in questo momento Sinner e Alcaraz sono i leader del nostro sport e sono i due più difficili da battere. Quest’anno però avendo avuto l’opportunità di affrontarli più volte sono riuscito a farmi un’idea migliore della distanza che mi separa da loro. Per quanto mi riguarda voglio tenere alta l’asticella».

Dopo due trionfi, quanto sogna una Davis da protagonista a Bologna?

«Poterla giocare in casa è speciale. Ce l’ho un po’ lì, per il fatto di non essere mai stato realmente protagonista delle due Davis vinte. Quindi è sicuramente un obiettivo che mi sono posto».

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