Gattuso è il Fico della Nazionale, aspettando che Buffon ne diventi il De Luca
Buffon è il garante di Usa-Messico-Canada 2026. La dimensione della Nazionale è data dal timore della partita contro Israele. Siamo diventati piccoli, piccolissimi, ci esaltiamo per il 5-0 all'Estonia

Dc Roma 19/06/2025 - presentazione Commissario Tecnico Nazionale di Calcio / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Gianluigi Buffon-Rino Gattuso
Gennaro Gattuso è il Roberto Fico della Nazionale italiana. Gianluigi Buffon non è, ancora, il Vincenzo De Luca della Figc, ma lo sarà alla prossima elezione. L’ex portiere della Nazjonale, ex capo delegazione, oggi “direttore sportivo” (ruolo mai esistito in federazione), è il garante di Usa-Messico-Canada 2026. L’auspicio è che possa riuscirvi. I quindicenni e i sedicenni nati nel 2009-2010 non hanno mai visto l’Italia al Mondiale. Per quelli della generazione X, quella di Buffon e Gattuso per intenderci, era una cosa impensabile, inimmaginabile. Un 5-0 all’Estonia ha, di per sé, un peso irrilevante. La dimensione della Nazionale attuale è data dal timore percepito della partita contro Israele, che nel cafarnao dí opinionismi e tiktoker sembra più un caso politico che una partita di calcio. Cosa assolutamente lunare. È evidente che gli italiani non sappiano cosa significhi essere in guerra.
La Norvegia è lontana. Irraggiungibile. Nel giro di due lustri, nonostante l’Europeo, casuale tuttavia, l’Italia è diventata una Nazionale di terza fascia. L’obiettivo odierno è il Mondiale. Ed è già un passo avanti. Non coltivare velleità che vadano oltre la partecipazione, è un evidente ridimensionamento delle ambizioni e delle capacità d’espressione del movimento calcistico nazionale. La mancanza di calciatori, che possano non siano definiti campioni, bensì autorevoli, allarma circa futuro della qualità degli allenatori italiani che verranno. Ed è preoccupante. Oggi chi non ha allenatori autorevoli (Conte, Allegri e Gasperini) si accontenta di mental coach alla De Zerbi, alla Italiano.
Buffon è una tutela non solo per Gattuso ma per i giocatori
Il ruolo di “garante” di Buffon è una tutela per i vari attori coinvolti: Gravina, Gattuso, ma soprattutto i giocatori. La presenza di Bonucci è un plus sottovalutato. Le parole di Nicolò Barella, alla vigilia dell’Estonia, sono state un’ammissione di quanto Spalletti abbia inciso negativamente nel suo biennio. Certo nessun calciatore ha preso posizione dialettica contro Spalletti quando era cittì. Hanno preso cattive posizioni in campo sabotando “il calcio relazionale” del Rasputin di Certaldo. Certo “calcio relazionale” fa già ridere così. Ma da una dinamica tanto negativa ci si rende conto di quanto l’inedia graviniana abbia impiegato per porre fine al supplizio spallettiano. La stessa inedia, aggravata dalla politica sugli stadi, rischia seriamente la revoca dell’assegnazione di Euro 2032 in coabitazione con Erdogan.
Il viaggio della speranza, verso gli Usa, è iniziato. Se tutti, come sembra, andranno nella stessa direzione allora sarà possibile approdare dove giunse la Mayflower. È ancora presto perché si definisca l’andamento del girone tra Italia e Norvegia. Ma già battere Israele in maniera convincente e corposa potrebbe essere il secondo mattoncino per edificare una piccola impresa. Siamo caduti in basso e lo sappiamo. Il problema è che non sappiamo come tirarcene fuori, se ci si lamenta ancora del costo delle scuole calcio e che i ragazzi non giocano più per strada. L’Italia piaccia o no è comunque un paese per ricchi, anche se non sembra.