De Bruyne: «Con Conte se non lavori per la squadra, sei fuori. Napoli l’ho scelta insieme ai miei figli»

Al Corsera: «Scudetto o Champions? Lo scudetto non l'ho mai vinto. Diventare ricco mi ha cambiato la vita. Mi sentirò sempre un calciatore del City»

De Bruyne Foden

Mg Dimaro 22/07/2025 - amichevole / Napoli-Arezzo / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Kevin de Bruyne

De Bruyne: «Con Conte se non lavori per la squadra, sei fuori. Diventare ricco mi ha cambiato la vita»

Kevin De Bruyne intervistato dal Corriere della Sera, a firma Monica Scozzafava.

«Mi sentirò sempre un calciatore del City», ammette senza nostalgia.

Napoli unica offerta vera?
«No, opzione migliore. Le offerte sono state tante, ma ho deciso per i campioni d’italia, giocano la Champions, e poi Conte è un allenatore magnifico. Quando sei giovane decidi solo per te, ora ho chiesto anche ai miei figli, il più grande ha 10 anni ed è in una fase importante della crescita». 

Com’è Conte visto da vicino? Tutti i giocatori che ha allenato sono colpiti dal suo metodo e dalla mentalità.
«Diverso, sia per tecnica che per metodo da Guardiola. Conte sa come costruire una squadra compatta, come un blocco unico. Pretende molto dal gruppo e se non lavori per la squadra sei fuori. Fa richieste molto chiare, più giochi con lui più capisci cosa serve per restare ad alto livello. Qui tutti sanno che devono lavorare duramente e fare il loro compito, altrimenti qualcun altro prenderà il loro posto. Questo alza l’intensità e il livello generale».

Solo un gioco: sceglie scudetto o Champions?
«Tutto molto difficile! Non ho mai vinto lo scudetto, ho avuto la fortuna di vincere la Champions, sarebbe bello conquistare il titolo italiano per la prima volta». 

Che famiglia è stata la sua?
«Mamma casalinga, mio padre lavorava in fabbrica, niente di speciale. Ho lasciato casa a 14 anni per trasferirmi dall’altra parte del Belgio e vivere con una famiglia affidataria, solo per giocare a calcio. È stata una decisione dura per loro; ora, da padre, lo capisco. Se tra qualche anno mio figlio mi chiedesse di andare via, non sarebbe semplice. Oggi papà lavora con me, mi aiuta con gli investimenti».

De Bruyne, i soldi e i figli

Diventare ricco come le ha cambiato la vita?
«Tanto, sarebbe ipocrita dire il contrario. Giocare a calcio, stare sotto i riflettori, guadagnare molti soldi: cambia tutto. Anche il contesto intorno a te, ed è il risvolto della medaglia. Per esempio, mia moglie spesso è a casa da sola con tre figli, non è facile. Viviamo a un livello diverso rispetto a una famiglia normale, ma cerco di educare i miei figli nel modo giusto. È chiaro che adesso non capiscono la differenza tra il nostro stile di vita e quello che io e mia moglie avevamo da giovani. Un giorno dovranno comprenderlo».

Un pregio e un difetto.
«Parlo quattro lingue: inglese, francese, tedesco e olandese. Riesco a capire un po’ di italiano. Il difetto? Ho bisogno di pianificare, organizzare. A volte diventa una rigidità».

Un piano per il Napoli ce l’ha?
«Voglio essere il miglior giocatore possibile, divertirmi e vincere. Perdere non mi piace».

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