De Laurentiis elogia Conte: «Il più grosso allenatore che potessimo avere, ce lo teniamo stretto»
All'evento "Una notte di Cuore": «Arriveranno tanti giocatori, vi aspetto quindi in Trentino», dove il Napoli svolgerà il primo ritiro.

Mg Napoli 23/05/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Cagliari / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Antonio Conte-Aurelio De Laurentiis
Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis è stato ospite ieri agli scavi di Pompei per l’evento “Una notte di Cuore”. Ha parlato del tecnico Antonio Conte, che ha deciso di restare in azzurro anche per la prossima stagione.
De Laurentiis: «Conte è il più grosso allenatore che potessimo avere»
Il presidente ha dichiarato:
«Conte è bravissimo ed è il più grosso allenatore che potessimo avere. Ce lo abbiamo ancora con noi e ce lo teniamo stretto. Arriveranno tanti giocatori, vi aspetto quindi in Trentino».
Il Napoli, infatti, svolgerà il primo raduno a Dimaro dal 17 luglio, per poi spostarsi successivamente a Castel di Sangro.
L’elogio sul Foglio: l’uomo che se ne frega del microcosmo in cui si muove
Scrive Pagani:
Aurelio può essere insopportabile, ma è tutto tranne che sciocco. Ha litigato con tanti allenatori perché la spesa emotiva è intensa, il palco è stretto, gli ego si sfidano a singolar tenzone e il logorio è insito nel rischio di impresa. Ma sa cambiare idea e, se serve, anche verso al destino. La parola non gli piace. L’uomo, non sarebbe neanche utile sottolinearlo, è sempre artefice del proprio. E Aurelio lo ricorda anche a chi vuol bene. Aurelio che manda a fare in culo i colleghi presidenti e salta sul motorino del primo centauro che passa lasciando a favore di telecamera, sul suolo lombardo di una reunion milanese, frammenti che sarebbero piaciuti a Carmelo Bene: “Siete delle teste di cazzo, va bene? Voglio ritornare a fare il cinema, siete delle merde”. Aurelio che dà del trippone a Higuain: “Ha un chilo e mezzo in più che funziona come un mattone”. Aurelio che dissente dal Philip Roth dell’“abbiamo fatto ciò che abbiamo potuto con quello che avevamo” e mostra di voler andare oltre: “Il San Paolo è un cesso”. Aurelio che, severo ma giusto, racconta la pura verità a un giornalista che gli domanda se se la senta di promettere lo scudetto. Partenza tenue e conciliante con toni suadenti: “Per quanto riguarda la promessa posso dire che ci impegneremo per ottenere il massimo”, pausa teatrale e finale in crescendo. Un classico della dialettica delaurentisiana: “Le dico la verità, lei ha già vinto perché dodici anni fa stava nella merda. Lei nuotava nella merda dodici anni fa, glielo dico io”.