Spalletti stravolto, ricorda l’urlo di Munch: «Sono un ct poco capace se la squadra è così arrendevole»
«Se mi sento solo? Non ho bisogno del soccorso di nessuno, mi sento io in ogni caso il responsabile per questa situazione»

Mf Oslo 06/06/2025 - qualificazioni Mondiale 2026 / Norvegia-Italia / foto Michele Finessi/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti
Spalletti stravolto, ricorda l’urlo di Munch: «Sono un ct poco capace se l’Italia è così arrendevole»
Repubblica riporta le frasi del ct in conferenza stampa dopo il 3-0 subito in Norvegia.
Scrive Marco Azzi:
L’espressione sconcertata e a tratti stravolta del ct ha fatto venire in mente l’Urlo di Munch, il celebre dipinto esposto al vicino Nasjonalmuseet di Oslo. «Purtroppo è stata una sconfitta netta, non siamo riusciti a imbastire nulla per rimettere in discussione il risultato e sono mancate anche le soluzioni personali. Siamo arrivati in Norvegia con il fiato tirato e questo un po’ lo sapevamo già, ma siamo stati troppo remissivi e bisognava fare qualcosa di più. Sono un allenatore poco capace se la squadra è così arrendevole, ho visto atteggiamenti non adeguati all’importanza della partita. Mondiale a rischio? Nel calcio non ci si arrende mai e tutto è sempre possibile. Se mi sento solo? Non è così e comunque non ho bisogno del soccorso di nessuno, mi sento io in ogni caso il responsabile per questa situazione. La Figc e Buffon si impegnano per tamponare i problemi, poi però tocca a me cambiare forse delle scelte, se la squadra appare così arrendevole».
Spalletti su Acerbi: «Non si parla di quelli che hanno rifiutato la chiamata» (la conferenza della vigilia)
Il ct della Nazionale, Luciano Spalletti, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro la Norvegia, primo appuntamento per le qualificazioni al Mondiale della Nazionale.
«In una partita di questo livello qui non ci sono differenze. Anche se esistessero per il valore di qualche giocatore, ecco che poi c’è l’importanza della gara che le annulla. E’ una partita equilibrata»
Sugli infortuni: «E’ chiaro che a fine Serie A si arriva sempre con qualche problemino. Ma poi per quanto riguarda il mio lavoro è difficile dover dire mi manca questo o quello, ho la possibilità di poter scegliere giocatori tra tante squadre e li abbiamo rimpiazzati in maniera corretta. Il logorio e la tensione delle competizioni europee insieme alla lotta Scudetto hanno determinato che si arrivasse con un po’ di fatica alla fine»
Sarà più psicologo o allenatore? «Di solito si tenta di fare un po’ tutti e due, di far riflettere su quanto sia seducente giocare una partita così anziché farla diventare qualcosa carico di pressione e tensione. Si tenta di allenare entrambe le cose e la risposta è stata corretta, si vede che i calciatori hanno capito l’importanza della gara. E’ bene sapere e pensare al fatto che ci giochiamo tanto. Siamo stati scelti per questa partita e questo ci deve far andare sopra tutti i pensieri»
Sulle assenze: «La Norvegia può pensare ciò che vuole, noi si pensa di poter fornire una prestazione importante. Ci sono questi 2-3 infortuni che ci sono un po’ capitati ma li abbiamo rimpiazzati nel migliore dei modi e abbiamo fatto anche nuove conoscenze che ci potranno dare una mano in futuro»
Su Coppola: «Al di là del fatto che ci ho avuto a che fare direttamente questa volta, quelli dell’Under 21 li conosco molto bene perché il rapporto è stretto. Lui è uno di quelli che avevamo sotto osservazione, è un giocatore molto fisico dal punto di vista d’impatto, fortissimo di testa e molto difensivo. E’ più marcatore, fa dell’attenzione continua la sua qualità. Ha questa convinzione e può essere scelto per quel ruolo, come ce ne sono un altro paio per quel ruolo lì»
Come stanno Dimarco e Cambiaso? Potrebbero partire dalla panchina?
«Li abbiamo trovato in buona condizione. Poi è chiaro che hanno calciatori con determinate caratteristiche e hanno qualità da spendere dentro la partita. E questo cambio di marcia bisogna farlo, a volte sono più importanti quelli che entrano dopo. Valuteremo se uno, se tutti o due… Non è detto però che non siano importanti perché a volte si fa così, i minuti determinanti per risolvere la partita sono quelli del secondo tempo»
Infine, Spalletti ha concluso parlando di Acerbi: «Ora siamo sulla partita e si pensa alla partita. Non si parla di quelli che hanno rifiutato la chiamata»