Il contratto di Tudor, come è noto, può essere rescisso con una penale. Dietro la penale si nasconde Antonio Conte

Juventus, ai piani alti c’è il sogno di riportare “a casa” Antonio Conte (Gazzetta)
Antonio Conte e la Juventus. Comincia a essere qualcosa che somiglia molto al segreto di Pulcinella. Un paio di mesi fa gli esperti negavano sdegnosamente, anzi parlavano di vere e proprie bufale. Piano piano, l’atteggiamento è diventato più morbido. Oggi – dopo un periodo di tregua – torna a scriverne la Gazzetta dello Sport a proposito della eventuale permanenza di Tudor alla Juve.
Scrive la Gazza:
Nessun alibi e mentalità di ferro, quella che il croato ha imparato negli anni alla corte di Lippi. Atteggiamento apprezzato dai giocatori, con cui in meno di cinquanta giorni ha instaurato un buon feeling. In realtà, Tudor raccoglie consensi anche in società, ma non abbastanza – almeno per ora – da potersi sentire già al sicuro per il futuro. La Champions può rafforzare le chance di Igor, però lui per primo conosce la situazione da fine marzo e dal giorno in cui è stato chiamato in fretta e furia da Spalato per sostituire l’esonerato Thiago Motta. La Juventus, anche in caso di quarto posto, pagando una penale può risolvere il contratto con il croato entro il 30 luglio. Dietro la clausola si nasconde – e non da oggi – un sogno accarezzato ai piani alti del club: riportare a “casa” Antonio Conte. Se sarà possibile, si capirà più avanti. Intanto Tudor non ha scelta: può solo vincere e convincere. Tanto da non riuscire a guardare oltre. «Tre colpi per una Juve di nuovo vincente? Conta il presente», taglia corto.
Tudor non se la prenda: è e resta un traghettatore. La Juventus per il futuro ha un solo nome: Antonio Conte (Il Napolista – Giuseppe Alberto Falci)
«Non è solo con gli schemi che si vincono le partite» ha detto Igor Tudor alla fine della gara contro il Parma, prima sconfitta dell’era del croato in bianconero. E ancora: «Non si può prendere un goal così». Operazione verità, la sua. Che fa tornare alla memoria un grande allenatore che ha frequentato per anni la Continassa. Ma tant’è.
Veniamo a oggi e ai fatti. È un buon allenatore, l’attuale mister della Juventus. Ha dato uno scossa a un ambiente depresso, a giocatori deprezzati. Rappresenta forse la migliore soluzione dopo i disastri di Thiago Motta. Comunica come pochi in serie A. È diretto, non si nasconde dietro l’ipocrisia che è prassi fra i tecnici.
Eppure va detto forte e chiaro: Tudor resta un traghettatore. A lui non piace questa parola, ha scandito in una conferenza stampa di qualche giorno fa. Se preferisce, potremmo chiamarlo allenatore a tempo. Resterà in sella fino alla conclusione della stagione. Il suo obiettivo è portare la Juve in Champions per salvare le casse di Madama. Continuerà a motivare un gruppo fragile, giovane, senza fuoriclasse, con buoni giocatori. Al più, potrà guidare Madama al mondiale per Club.
Non tiriamolo per la giacca, però. Non esaltiamoci quando vince in casa con il Lecce o con il Genoa oppure quando all’Olimpico domina il campo per 35 minuti contro la Roma del fuoriclasse Claudio Ranieri. O quando i passaggi verticali aumentano in maniera esponenziale. Dovrebbe essere normale amministrazione da queste parti.
La Juve è un’altra cosa. Ci sono delle fasi di transizione, dei momenti in cui non vince. Poi però arriva il momento della ricostruzione. E ricostruire non sarà compito di Igor, amatissimo dai tifosi bianconeri. Toccherà ad altri l’arduo compito. Altri che lo hanno già fatto da queste parti. La società ha un solo nome: Antonio Conte. L’indiscrezione è stata confermata da fonti qualificate. Si dovrà solo attendere il finale di stagione.