La difesa a tre del Real Madrid: più il problema Danilo che un esperimento anti-Napoli

Contro l'Osasuna, il Real ha riproposto il sistema con tre centrali utilizzato contro il Siviglia. Qualcuno sussurra sia per fermare il Napoli. Noi ci crediamo poco.

Real Madrid in quarantena

A tre giorni dalla partita

Si può parlare di Real Madrid. Ora sì, ora la Champions è di nuovo attualità. Strettissima attualità. Il Napoli, con un grande inizio di 2017 (ein plein di vittorie e solo un pareggio, seppure maledetto, contro il Palermo), si è guadagnato la possibilità di affacciarsi al Real Madrid senza remore. Si è guadagnato la possibilità di giocarsela. Non alla pari, certo: sarebbe irriverente, oltreché eccessivo, pensare ai 180′ contro le merengues con la concreta possibilità di vincere. Però, questo Napoli può andare a Madrid, e poi aspettare il Real al San Paolo, cosciente di non essere battuto in partenza. Almeno, di non partire da un 3-0 per Ronaldo e soci, senza possibilità di cambiare una storia già scritta.

Questo atteggiamento non è solo riferito al buon momento degli azzurri, ma in qualche modo si legge anche nelle manifestazioni pubbliche del Real. Quelle registrate già oggi sono di Morata e Butragueño, ne abbiamo scritto stamattina. Quelle di ieri sera, forzando un po’ la chiave tattica e narrativa, sono di Zinedine Zidane. Che, a Pamplona contro l’Osasuna, si è presentato con tre difensori centrali nella formazione titolare. La difesa a tre, sì. Nei luoghi del calcio spettacolare, ritagliata intorno alla squadra che subisce la pañolada se vince non giocando bene. Ieri sera c’erano Nacho e Varane ai lati di Sergio Ramos. Sugli esterni, Danilo e Marcelo: 3-5-2 in fase offensiva, 5-3-2 in fase difensiva. Con Casmiro a centrocampo, quindi un interdittore. Come dire: uno schieramento non proprio frizzante.

Pensare al Napoli, o forse no

Secondo Fox Sports, questa scelta di Zidane è stata fatta in funzione di mercoledì. In funzione del 4-3-3 di Sarri, il modulo che più di ogni altro garantisce ampiezza e sovrapposizioni sugli esterni. Tra l’altro, il centravanti del Napoli è Mertens: un altro esterno, adattato benissimo al ruolo di punta centrale ma comunque in grado di portare a tre il numero degli uomini di fascia in determinate azioni.

In realtà, come detto anche prima, questa idea di Zidane “spaventato” dal Napoli è una forzatura. Già altre volte, in questa stagione, il tecnico francese ha optato per un sistema difensivo con tre uomini. A Siviglia, per esempio, contro un’altra difesa a tre (quella di Sampaoli). Allora, quella volta sì, si trattò di una scelta di riflesso, di reazione. Poi, di nuovo a Pamplona. Anche per bypassare l’assenza di Kroos, e quelle ormai di lunga data di Carvajal e Bale, la catena di destra titolare nel 4-3-3 delle merengues.

In molti, inoltre, sostengono che la scelta di schierare il terzo centrale sia protezionistica nei confronti di Danilo. Il terzino ex Porto, mai pienamente a suo agio nella sua avventura madrilena, diciamo che non incontra proprio i favori del pubblico del Bernabeu. È “il Maggio di Carvajal”, una riserva cui ricorrere proprio nei momenti di necessità. Possiamo dire che, al di là del Napoli, la difesa a tre di Pamplona sia stata una reazione alle contingenze. Che, però, strizza l’occhio a mercoledì.

Pensare al Napoli, o forse sì

Perché, diciamolo, l’idea che Zizou abbia voluto fare un tentativo pensando al Napoli ci pare quantomeno realistica. Non vera, tantomeno verificata. Realistica, comunque. Per due motivi sostanziali: il fatto che mercoledì le assenze “di ruolo” siano più o meno le stesse e la volontà del tecnico di affermarsi in quanto tecnico. Spieghiamole entrambe. Mercoledì, il Real ritroverà sicuramente Kroos. Il tedesco, squalificato in campionato, tornerà nella posizione di centrocampista accanto a Modric.

Secondo i rumors degli ultimi giorni, è possibile anche il rientro di Carvajal. Quindi, il terzino spagnolo per Danilo e ti passa la paura. Però, in ogni caso, mancherà Bale. E il suo sostituto numero uno, James Rodriguez, è rientrato solo ieri sera da un altro infortunio. 33 minuti per il colombiano, forse un rodaggio per il Napoli (è entrato al posto di Danilo, il Real è passato a quattro). Con Kroos, Carvajal (ieri in panchina per tutti i 90′) e Rodriguez di nuovo disponibili, è difficile pensare a una difesa a tre dal primo minuto. Però, è possibile ipotizzare che i reduci da guai fisici non abbiano i 90′ nelle gambe. E che l’attacco del Napoli, se non paura, ispiri comunque poca fiducia. La difesa a tre nell’ultima fase di partita, per far rifiatare gli infortunati e coprirsi. Per non esporre una catena di destra inedita (Danilo, sempre lui ed eventualmente Lucas Vazquez) a un finale di partita difficile. Contro il Napoli, al Santiago Bernabeu. Già così suona abbastanza bene.

Zidane

L’altra faccia della medaglia è l’allenatore. Uno che, non potrebbe essere altrimenti, viene in qualche modo visto come un privilegiato. Un tecnico senza grande pedigree che arriva e vince. Possibile che sia bravissimo, certo. Del resto, i 40 risultati utili di fila sono arrivati durante la sua gestione. Però, come dire: il Real che vince non basta, perché ci vuole che vinca e che giochi benissimo. L’abbiamo già detto. E poi, magari, ci vuole un allenatore che si affermi come tale. Con una mezza rivoluzione tattica, che porti alla vittoria e allo spettacolo. Che sposti gli equilibri, cambiando qualcosa. Ecco, una difesa a tre potrebbe essere un’idea di questo tipo. Abbastanza rivoluzionaria, da queste parti. Vicina all’evoluzione europea (da Conte in giù). Protezionistica, ma non in chiave Napoli. Anche se ci piace pensarlo. Siamo scettici, mercoledì vedremo due 4-3-3 a confronto, e loro sono favoriti. Ma è più probabile che, a cambiare lo schema a partita in corso, siano loro. Contromisure o necessità, magari entrambi. Al Bernabeu. Già così suona abbastanza bene. 

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