Bari contro i De Laurentiis: «Ci trattano come la filiale di paese di una grande banca»
Lo spettro della Serie C. Repubblica intervista Valentini ex dg della Federcalcio: «Il figlio ha detto che per noi la B dev'essere motivo di vanto»
Mc Roma 13/09/2023 - photocall serie Tv ‘Vita da Carlo’ seconda stagione / foto Mario Cartelli/Image
nella foto: Luigi De Laurentiis-Aurelio De Laurentiis
«Questa stagione si sta trasformando in un incubo. La retrocessione in C sarebbe come, se non peggio, del fallimento di qualche anno fa. Le ricadute fanno anche più male. (…) Lo dico da barese: non lo meritiamo assolutamente. Anche con la Cremonese c’erano 17mila spettatori al San Nicola. Questi sono numeri da serie A, altro che lotta per non finire in C».
Qual è la sua chiave di lettura di una stagione così diversa da quella che l’ha preceduta?
«È inutile girarci intorno, le maggiori responsabilità le ha la società. Invece di insistere sulla scia dello scorso campionato si è smantellato in modo clamoroso un organico che invece andava rinforzato. Sono andati via i giocatori migliori, si è fatto a meno di tutti quelli che facevano gol. E il budget messo a disposizione dai De Laurentiis non è stato all’altezza delle aspettative e della passione dei baresi. Per non parlare delle cose che dicono: irritanti e presuntuose, ai limiti della provocazione».
Il problema di fondo è che Bari e la sua provincia non hannoprodotto una proprietà locale neppure quando c’era da fare ripartire dalla serie D.
«Lo so perfettamente. Con tutto il rispetto nei loro confronti, non fu bello vedere dieci imprenditori locali mettere 100mila euro a testa per un totale di un milione di euro: sappiamo perfettamente che con queste cifre non vai da nessuna parte nel calcio. Ma questo non deve autorizzare i De Laurentiis a trattare Bari come fosse una filiale di paese di una grande banca. Lo trovo inammissibile e offensivo. Le parole di Aurelio De Laurentiis, che ha detto chiaro e tondo che il Bari è il vivaio dei Napoli, sono uno schiaffo non soltanto ai tifosi, ma a tutta la città. Il figlio Luigi aveva fatto bene a prendere le distanze, ma nei giorni scorsi anche lui è stato protagonista di una gaffe clamorosa».
A cosa si riferisce?
«Alla frase per la quale la B deve essere un motivo di vanto per Bari. Ma cosa dice? Non conosce la storia della squadra della nostra città. Siamo stati tanti anni in serie A e la maglia biancorossa l’hanno indossata tanti giocatori forti. Altro che B motivo di vanto».
«Capisco la contrarietà dei tifosi verso la multiproprietà e i fischi al presidente ma siamo diventati autolesionistici, al San Nicola tremano i nostri e non gli avversari»
«Quest’anno il nostro obiettivo è consegnare la squadra e il brand, dopo tanti anni di lavoro, a una realtà solida che possa portare il Bari in Serie A».
L'ex governatore della Puglia a Repubblica: «Hanno fatto molte cose buone ma ora hanno perso mordente. Non si possono amare due squadre. Bari è una città da Coppa dei Campioni»
L’aria è pesantissima intorno al San Nicola. Poliziotti alla presentazione del nuovo allenatore. I De Laurentiis assenti e contestati. Lunedì la manifestazione di protesta
La SSC Bari naviga senza obiettivi chiari e una rosa costruita per galleggiare. È la seconda squadra della Filmauro, e nessuno si riconosce più nei suoi colori.
Presentato il nuovo tecnico Caserta: «Il budget? Lavoreremo in linea con gli investimenti di quest’anno». Risponde alla contestazioni sui giocatori in prestito
«La scelta di affidare il Bari alla famiglia De Laurentiis è mia, mi prendo tutte le responsabilità. Da tifoso mi sento tradito, la frattura è insanabile e ci sono stati troppi eventi, troppe dichiarazioni pubbliche»
L’obiettivo degli americani è subentrare al 100% in caso di promozione ed è anche l'obiettivo di De Laurentiis che non vuole vanificare gli investimenti fatti