Il metodo saudita: è il governo che tratta i calciatori e poi li smista ai club (L’Equipe)
È un'operazione di Stato. I negoziatori spesso mantengono un profilo misterioso. Con Ronaldo ha trattato il governo, l'Al Nassr se l'è ritrovato

Former Real Madrid striker Karim Benzema hoists the Ballon d'Or, the trophy he won last year, above his head, at Al-Ittihad's stadium in Jeddah, on June 8, 2023. Benzema was unveiled as an Al-Ittihad player in front of thousands of fans in Saudi Arabia on June 8, a day after the oil-rich kingdom just failed to reel in Lionel Messi. (Photo by AFP)
L’Equipe approfondisce la politica calcistica dell’Arabia Saudita. Ormai non si contano più i grandi nomi che hanno scelto di volare in Arabia e lasciare il calcio europeo. Il quotidiano francese nota come nelle trattative con i giocatori spesso in prima linea ci siano i presidenti dei club e non solo. Quello di Bin Nafel, presidente dell’Al-Hilal.
È lui che al George V Hotel di Parigi ha incontrato Romelu Lukaku per sondare la sua disponibilità a prendere lo stesso aereo di Karim Benzema. “Ed ecco un mistero risolto tra i mille che accorrono: chi è venuto per Cristiano Ronaldo, per Lionel Messi, per Karim Benzema? È raro che emerga lo stesso nome, come se, in questa ricerca dei principi del calcio, ci fossero altrettanti principi d’Arabia“.
Ma l’indagine dell’Equipe non si limita a Nafel:
“Oltre il velo dei miliardi e i vetri fumé dei furgoni Mercedes, ci sono un manipolo di uomini seri, dediti alla causa del potere e alla bulimia del principe autocratico Mohammed bin Salman“.
Nel trasferimento di Cristiano Ronaldo all’Al-Nassr, il club non ha speso nulla, una fonte del quotidiano francese vicino al club saudita afferma:
«È stato il governo a portarlo da noi. E quindi si è fatto carico di trattare con il portoghese, allineando gli zeri fino alla firma. Quando sono iniziate le operazioni per Benzema, ogni grande club del paese ha espresso il desiderio di prendere il giocatore. Per Benzema lo voleva Al-Ittihad, ma non solo. In questo caso, è stato il calciatore a scegliere. Ma è il governo che fa in modo di ottenere l’accordo».
Il problema però risiede nel fatto che identificare “i negoziatori statali” è molto difficile. Si tratta di un lato oscuro e talvolta lasciato deliberatamente misterioso. L’Arabia Saudita ha poi privatizzato i principali club del campionato. Nonostante ciò, spesso insieme ai presidenti dei club, viaggiano anche uomini dello Stato saudita, come ad esempio Saad Suleiman, “visto su un jet privato per la Spagna insieme ad Anmar al-Haili, il presidente dell’Al-Ittihad, il futuro club di Benzema“.
È come se non esistessero confini tra il calcio e gli organi statali. “Di recente, un agente ha ricevuto una lettera di intenti per uno dei suoi giocatori con il logo del club e le parole “Regno dell’Arabia Saudita – Ministero dello sport” come intestazione“.
L’Equipe riscontra anche una certa aggressività nelle trattative.
“Chiamano direttamente giocatori e famiglie, sembra essere anche la particolarità del “metodo saudita”, così come una certa propensione ad annunciare cifre da capogiro ai giocatori prima che l’offerta, questa volta vera, sia molto meno sostanziosa. «Ma non vanno presi per idioti», dice uno degli intermediari intervistati. «Hanno denaro illimitato, voglia di fare bene e si circonderanno di esperti»”.
In questo scenario c’è poi la confusione di agenti e calciatori che non hanno ben chiaro chi sia il loro interlocutore, non sanno se sia un rappresentante del club o del governo o, ancora, solo un consigliere esterno.