Tentativo di scommesse su Inter-Empoli: squalificato un membro dell’Associazione Italiana Arbitri
Claudio Defina, responsabile fisioterapisti Aia, scrisse a Rapuano prima del match per coinvolgerlo. L'arbitro lo ha denunciato

Mg Milano 23/01/2023 - campionato di calcio serie A / Inter-Empoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Stefan de Vrij-Francesco Caputo
L’arbitro di Serie A, Antonio Rapuano, della sezione di Rimini, ha denunciato al designatore arbitrale Gianluca Rocchi il comportamento del responsabile dei fisioterapisti dell’Associazione Italiana Arbitri, Claudio Defina.
Defina aveva mandato a Rapuano un messaggio whatsapp poche ore prima di Inter-Empoli, lo scorso 23 gennaio. Il testo del messaggio era il seguente:
«Sai, con un mio amico ogni tanto faccio la bolletta scommettendo sulle ammonizioni degli arbitri. Sentiamoci su Telegram».
Dopo la denuncia a Rocchi da parte di Rapuano, Defina è stato deferito dalla Procura Federale, poi sanzionato con un anno di squalifica dal Tribunale Federale Nazionale. La sentenza del Tribunale descrive quanto accaduto:
“Contattato quest’ultimo associato Aia sulla propria utenza telefonica mobile, anche attraverso le piattaforme di messaggistica istantanea WhatsApp e Telegram, rappresentando allo stesso di fare ogni tanto con un amico (ovvero di scommettere di tanto in tanto sul numero complessivo di ammonizioni comminate durante una determinata gara), dando in tal modo a far intendere al proprio interlocutore di voler conoscere anticipatamente il numero di ammonizioni che lo stesso avrebbe comminato durante lo svolgimento della gara che in serata avrebbe dovuto dirigere (pensando evidentemente di riuscire in tal modo ad assumere informazioni utili al fine di poter giocare una ‘bolletta’ vincente sull’evento sportivo che di lì a qualche ora si sarebbe svolto). Non riuscendo oltre nel proprio intento per il pronto rifiuto opposto dall’AE Rapuano il quale non appena udite le parole del Defina provvedeva immediatamente a rispondere a questi con tono stizzito “che cazzo stai dicendo” interrompendo la conversazione, bloccando in entrata il numero di telefono del Defina stesso e avvisando da subito dell’occorso, tanto, il Responsabile CAN AB G. Rocchi, quanto, l’AE D. Orsato quale Rappresentante degli Arbitri in attività”.
Rapuano aveva subito contattato Rocchi per denunciare l’accaduto. SportFace riporta il contenuto del messaggio:
«Gianluca, Come anticipato telefonicamente, ho appena ricevuto una chiamata da Defina Claudio (responsabile fino allo scorso anno dei fisioterapisti ); mi ha contattato tramite whatsapp chiedendomi se potevo chiamarlo su telegram. Rifiutando la sua richiesta mi pronunciava le seguenti parole: sai io con un mio amico ogni tanto faccio la bolletta scommettendo sulle ammonizioni degli arbitri. A quel punto urlandogli prima come cazzo sei messo, gli ho chiuso il telefono in faccia bloccandolo. Rapuano Antonio».
L’Aia inoltrò anche un’altra comunicazione, spiega sempre SportFace, quella dell’arbitro pugliese Eugenio Abbattista che, allertato da Defina, che provava a discolparsi prima che fosse troppo tardi, aveva però subodorato che ci fosse qualcosa di strano.
«Buon giorno Gianluca. Facendo seguito al nostro colloquio telefonico appena intercorso con la presente ti specifico quanto segue: Oggi alle ore 12:30 circa venivo contattato telefonicamente dall’associato Defina Claudio. Lo stesso Defina mi riferiva di aver contattato nella giornata di ieri 23/01 l’associato Rapuano Antonio per comunicargli di una presunta sua nuova collaborazione (del Defina NB) con una società di statistica-analisi dati. Alla mia domanda di quale fosse il reale problema, il Defina mi comunicava che il Rapuano era pesantemente
dissentito e infastidito dall’aver ricevuto questa chiamata, tanto dall’aver interrotto la comunicazione arrabbiato e pesantemente offeso e di aver chiamato me in considerazione del mio rapporto con il Rapuano. A quel punto avendo immaginato e intuito io qualcosa di anomalo e strano, intercorso nella chiamata fra i due (Defina e Rapuano), ho categoricamente stoppato e fermato Defina dicendogli che poteva interrompersi nel suo racconto che non era di mio interesse e pertinenza e che faceva bene a chiuderla li anche con me. Che non mi andava di proseguire nella conversazione. L’ho salutato».
La Procura Figc ha ritenuto non credibile la versione dei fatti fornita da Defina durante la sua audizione. Il Tribunale Federale Nazionale scrive:
“La tesi giustificativa offerta dal sig. Defina non ha alcuna credibilità alla luce della circostanza che il medesimo aveva chiesto, via whatsapp, all’AE sig. Rapuano di utilizzare “Telegram” specificandone la ragione con le seguenti parole:” Ci sei caro? Posso chiamarti? Sei in tranquillità? 5 minuti una cosa importante ” (screenshot in atti). Non si comprende davvero cosa possa esserci di così riservato e urgente, da definire in cinque minuti poche ore prima della partita Inter – Empoli, nel chiedere all’AE sig. Rapuano se esista “un sito affidabile per poter acquisire numeri e statistiche relative alle ammonizioni degli arbitri”.
Per Defina erano stati chiesti tre anni di squalifica. Il Tribunale Federale Nazionale spiega perché ne ha inflitto solo uno anno:
“Il Collegio ritiene che non possa dirsi concretizzata, da parte del deferito, la violazione del dettato dell’art. 24 del CGS. Manca agli atti del giudizio la prova che l’AA Defina sia dedito alle scommesse e/o abbia effettivamente scommesso su eventi ufficiali organizzati nell’ambito della Figc, della Fifa e della Uefa. Non può, infatti, assurgere al rango di prova, tantomeno di confessione, quanto riferito dal sig. Rapuano secondo il quale il Defina avrebbe testualmente detto “sai io con un mio amico ogni tanto faccio la bolletta scommettendo sulle ammonizioni degli arbitri” in quanto il riferimento alla “bolletta”, intesa come ricevuta di una puntata di gioco, non trova conferma, tantomeno documentale, in nessuna carta processuale. Inoltre la norma di cui la Procura Federale invoca la violazione, l’art. 24 del CGS, prevede, per i tesserati, il divieto di effettuare o accettare scommesse su eventi ufficiali organizzati nell’ambito della Figc, della Fifa e della Uefa e di conseguenza sanziona la violazione di detto divieto. Ne consegue che, anche a voler ritenere che il sig. Defina volesse effettivamente conoscere quante ammonizioni avrebbe fatto il sig. Rapuano durante la gara per poi effettuare una puntata illecita, non ci sarebbe stata la violazione del divieto fintantoché non ci fosse stata la scommessa effettiva. Infine, sotto il profilo sanzionatorio, appare equo irrogare la sanzione di cui in dispositivo in considerazione della gravità della condotta equivoca, intempestiva e inopportuna, posta in essere dal deferito”.
Defina può adesso presentare ricorso alla Corte d’Appello Figc, il secondo grado della giustizia sportiva.