Il rientro di Osimhen non è un problema né un tappo alle ambizioni tattiche di Spalletti

Ne scrive il Corrmezz: un’occasione di sviluppo, di crescita del progetto. Spalletti dovrà mescolare calcio di possesso e calcio verticale

Osimhen napoli

Mp Firenze 28/08/2022 - campionato di calcio serie A / Fiorentina-Napoli / foto Matteo Papini/Image Sport nella foto: Victor Osimhen

Il rientro di Osimhen. Che cosa cambia nel Napoli di Spalletti? Ne scrive Alfonso Fasano per il Corriere del Mezzogiorno.

È evidente che il lavoro di Spalletti non sarà facile: con il rientro di Osimhen, il tecnico del Napoli sarà costretto a mescolare calcio di possesso e calcio verticale, a bilanciare le varie anime della sua squadra. Dovrà farlo a seconda dei momenti, delle necessità. Dovrà anche ibridarle, per esempio affiancando il nigeriano a un altro attaccante, senza perdere equilibrio. Proprio la capacità di reinventare tutto e di rimetterlo in discussione darà la misura reale della forza del Napoli, in Italia e in Europa. Ed è per questo che il ritorno di Osimhen deve essere vissuto per quello che è: un’occasione di sviluppo, di crescita del progetto, non certo un problema, un tappo alle ambizioni tattiche di Spalletti.

Ecco cosa scrisse qualche settimana fa la Gazzetta a proposito dell’attaccante nigeriano:

“Anche a confronto dei dati con gli altri due che hanno preso il ruolo da centravanti (Simeone e Raspadori, ndr), ci rendiamo conto che nessuno tira quanto il centravanti africano. Fortissimo di testa e soprattutto, come scrivevamo a proposito del Liverpool, Victor con i suoi strappi in velocità costringe i difensori a recuperi e perdite di posizione che possono favorire gli inserimenti dei compagni. Quando rientrerà, presumibilmente partendo dalla panchina, potrà rivelarsi un’arma micidiale con una difesa avversaria già provata”.

“Ma c’è un altro dato in cui Osimhen si distingue se sommiamo i tocchi in area di Simeone (13) con quelli di Raspadori (16) siamo sempre sotto il valore del nigeriano che per ben 37 volte ha toccato palla nell’area avversaria. Questo significa mettere in subbuglio i difensori marcatori, tenere su di loro una pressione continua che alla fine paga, in termini di gol: per il centravanti e per l’intera squadra”.

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