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Inaugurato ai Quartieri Spagnoli l’oratorio dove tre mesi fa sparò la camorra

Inaugurato ai Quartieri Spagnoli l’oratorio dove tre mesi fa sparò la camorra

Non solo il murales di Maradona, l’opera di restauro ai Quartieri Spagnoli continua: proprio oggi è stato inaugurato il nuovo volto dell’oratorio della Chiesa dei santi Francesco e Matteo a vico Lungo San Matteo 44. Non si tratta di un luogo qualsiasi, è il luogo che tre mesi fa balzì agli onori delle cronache per un episodio di violenza: Antonio Moccia, raggiunto da colpi di arma da fuoco, si era rifugiato nella palestra adiacente all’oratorio: la palestra di Karen Torre. 

A ora di pranzo, una ressa di bambini e abitanti del quartiere attendeva l’arrivo del sindaco Luigi de Magistris e dell’assessora Alessandra Clemente che hanno presenziato all’evento. 

Il progetto di restauro è partito grazie all’intervento della Clemente: «Ho incontrato Adele – racconta – che fa la parrucchiera sotto palazzo San Giacomo, lei mi ha esposto le sue paure di mamma che vive ai Quartieri Spagnoli e che deve lasciare i figli per tanto tempo da soli. Mi ha parlato dell’oratorio e di padre Sergio, di cosa signofica questo luogo per le mamme e i bambini, ma anche delle pessime condizioni in cui versava». E allora ha coinvolto i privati. «Il nostro dovere – prosegue – è rendere gioiosi e accoglienti i luoghi dell’infanzia. Quando sono arrivata qui, ho trovato muffa e umidità, così ho messo in moto la macchina organizzativa ed anche se non c’erano i fondi per finanziare il restauro, ho cercato collaborazioni per dare a questo luogo lo stesso colore che c’è negli occhi dei bambini». 
 

Il lavoro di restauro è durato circa un mese, in tanti hanno partecipato ai lavori. Anna, Oreste, Adalberto, Sandro, Stefano e Amalia sono alcuni dei loro nomi, vengono da altri quartieri «Ma Napoli è un unico grande quartiere. Quello che si deve fare è riportate i nostri figli a Napoli». Ciascuno ha dato il proprio contributo per rimettere in piedi le strutture dell’oratorio. «Abbiamo scoperto che i cittadini si prendono cura della città – ha continuato Alessandra Clemente – ed è l’esempio più bello. A volte non ci sono i soldi ma ci sono persone, noi ci mettiamo la faccia e chiediamo alle persone di fidarsi di noi e loro l’hanno fatto. Ci fa piacere poter raccontare la vera Napoli. Noi ci arrabbiamo quando c’è solo il racconto dei vigliacchi che la distruggono»

All’opera ha partecipato anche lo street-artist Raffo che ha realizzato i disegni e ha regalato all’oratorio un murales: «Nasco qui – dice – padre Giovanni mi ha battezzato però sono cresciuto a Ponticelli, Alessandra (l’assessora Clemente, ndr) mi ha contattato e ho detto subito sì. Quando si può realizzare qualcosa per i ragazzi è sempre bello». 



Padre Sergio non è napoletano, viene da Cagliari e ha preso i voti qui. Per gli abitanti del quartiere, merita la cittadinanza onoraria per l’amore che mette in tutto quello che fa per loro. È lui stamattina che ha chiuso l’inaugurazione: «Voi ci avete dato il luogo, ora tocca a noi recuperare tutti i bambini della zona e farli crescere con noi. Me ne ero andato e sono tornato perché ai quartieri Spagnoli si sta bene».

Anche il sindaco de Magistris ricorda l’importanza di recuperare la città e di viverla: «Noi amiamo Napoli, non ho scelto di nascerci ma ho scelto di restarci e non vogliamo che sia infangata per mano di pochi. Dobbiamo ringraziare le persone come voi che ci danno il coraggio di andare avanti». 

Tanti sorrisi, tanti bambini felici e mamme finalmente sollevate. Qualcuno grida al sindaco: «Perché non ce lo teniamo altri 5 anni?», altri gli sottopongono i propri problemi di quartiere «San Giovanni è abbandonata». Tra una foto e l’altra il sindaco gli risponde «Chiamate che io vengo sul territorio e ne parliamo. Organizziamo un incontro con i cittadini». 

Il sindaco ha poi proseguito la sua passeggiata ed è andato ad ammirare il lavoro di restauro del murales di Maradona da parte di Salvatore Iodice. Non tutti ne sono stati felici. «Non era mai salito qui da noi in cinque anni», dicono «lo fa adesso che è in campagna elettorale». Molti lo hanno fermato per sottoporgli i problemi del quartiere. «Come facciamo con tutta questa spazzatura – lo assale benevolmente la signora Annamaria Esposito – io abito nel vicolo qui dietro e non immaginate cosa buttano. Scendono a tutte le ore e riversano mobili e schifezze, se poi uno li riprende ti rispondono male». Si avvicina Antonio Lianza e chiede: «Perché non abbiamo ancora la raccolta differenziata? Non siamo diversi dagli altri». 

    

Si conclude un week-end importante ai Quartieri Spagnoli. «Non intendiamo fermarci – dichiara l’assessore Clemente – Il progetto è quello di partire dal basso per ricostruire l’identità dei luoghi. Vogliamo partire proprio dai bambini perché siano loro, in futuro, ad occuparsi di questo patrimonio. L’oratorio e il restauro del murales di Maradona fanno parte dello stesso persorso. Lo stesso Salvatore Iodice, che ha realizzato il restauro, prima era attivo all’oratorio. Vogliamo creare un percorso turistico dei Quartieri che parta dalla funicolare di via Toledo e accompagni i turisti non solo per le strade del quartiere, ma nelle case degli abitanti, nelle botteghe, un turismo esperienziale che permetta di vivere la città». 

    

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