Il Telegraph: “I grandi giocatori raramente diventano grandi allenatori”

Qui abbiamo Pirlo (e non solo), in Inghilterra Rooney. "Appena si è sentito tranquillo ha cominciato a giocare con formazioni e tattiche e le ha perse quasi tutte"

Derby County Rooney

Il tema in Italia è particolarmente caldo: i grandi ex-giocatori che faticano dannatamente a diventare grandi allenatori. Il nome, caldissimo, che vale a riguardo da noi è quello di Pirlo, e non solo lui.

In Inghilterra hanno un altro ‘big’ utile al dibattito: Wayne Rooney. Il 15 novembre è stato promosso da giocatore-allenatore a manager, vincendo tre delle sue prime 13 partite. Ne ha perse sei, inclusa una sconfitta in casa contro il Rotherham. Confermato due mesi dopo, ha vinto sei vittorie su otto. Alla fine di febbraio il Derby era salito al 18esimo posto.

Con la nave apparentemente stabile, Rooney ha apportato una serie di modifiche alla formazione. Il Derby ha perso due partite di fila, 4-0 e 1-0. Dall’inizio di marzo ha raccolto solo sei punti. Con la retrocessione incombente, ha subito una serie di sei sconfitte di fila, prima di pareggiare sabato scorso.

Il Telegraph titola così:

“Wayne Rooney è la prova provata che i grandi giocatori raramente diventano grandi allenatori”

“Rooney ha mostrato poca capacità di risvegliare i suoi giocatori, messi alle strette nel loro preoccupante finale di stagione, giocherellando con la formazione e le tattiche con scarso effetto. Sulla base delle prove raccolte finora non sembra un proprio un talento”.

E poi il Telegraph generalizza:

“L’elenco dei grandi giocatori che falliscono come allenatori abbraccia generazioni. Bobby Moore, Bobby Charlton, Diego Maradona, Lothar Matthäus, Gary Neville, Thierry Henry”. Guardiola è un’eccezione, scrive il Telegraph.

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