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Cantona ricorda il mitico calcio volante al tifoso: «Ho un solo rimorso, non averlo colpito più forte»

Il racconto in un nuovo film sullo United: “Ho amato tutto del calcio, l’adrenalina soprattutto. Quando è diventato routine ho smesso. C’è così tanto da fare nella vita…”

Cantona ricorda il mitico calcio volante al tifoso: «Ho un solo rimorso, non averlo colpito più forte»

Eric Cantona e il calcio volante al tifoso del Crystal Palace. Sono passati 26 anni. Quell’aggressione è passata alla storia del calcio. Cantona, che ora ha 54 anni, lo ricorda in un film (“The United Way”) in uscita il 24 maggio in Inghilterra, che traccia la crescita del Manchester United dal disastro aereo di Monaco del 1958 ai giorni nostri. Così:

“Ho un solo rimpianto, non averlo colpito più forte”

Cantona fu squalificato per nove mesi. Era il gennaio 1995. Dichiaratosi colpevole di aggressione in tribunale fu condannato anche scontare un periodo ai servizi sociali.

Ora l’iconico giocatore francese, nel frattempo diventato scrittore, regista, attore, dice:

“Sono stato insultato migliaia di volte e non ho mai reagito, ma a volte sei fragile. Ho un rimpianto. Mi sarebbe piaciuto prenderlo a calci ancora più forte. Sono stato squalificato per nove mesi. Volevano che fossi un esempio”.

Cantona racconta anche che avrebbe dovuto giocare per lo United per altre due stagioni, ma lasciò il club nell’estate del 1995 dopo che si scoprì che aveva violato la sua squalifica giocando in un’amichevole a porte chiuse. Sir Alex Ferguson lo convinse a restare.

“Era solo una partita amichevole, ma un giornalista si arrampicò in cima a un albero e scattò una foto. Sfortunatamente non cadde. Il giorno dopo la foto era sul giornale e la FA voleva squalificarmi ancora di più. Ferguson trovò le parole giuste, come sempre. Io lo amavo e lo rispettavo come un padre. Quando un allenatore fa qualcosa del genere al suo giocatore, il giocatore darà la sua vita all’allenatore, alla società e ai tifosi. Erano tutti dalla mia parte. Alcuni club forse mi avrebbero licenziato, ma il Manchester United mi offrì un nuovo contratto. Questa è la differenza tra il Manchester United e gli altri”.

Cantona alla fine se ne andò dallo United e chiuse col calcio nel 1997. Aveva solo 30 anni. L’ex compagno di squadra e attuale allenatore dello United Ole Gunnar Solskjaer racconta il suo strano addio:

“Per l’ultima partita di campionato di quella stagione, andammo al ristorante con Eric, Jordi Cruyff, e le nostre famiglie. Ci divertimmo, una grande serata, festeggiammo la vittoria del campionato. Due giorni dopo sentii alla radio che si era ritirato. Non ci ha mai detto una parola. Ballavamo alle 4 del mattino. Tornammo a casa. Non una parola. Quello era Eric”.

Lo stesso Cantona spiega:

Ho adorato il calcio. Amavo il fuoco che accendeva dentro di me. Ho amato l’adrenalina. Ho giocato perché da bambino era il mio sogno. Quando questo sogno è diventato routine, ho smesso. Volevo essere fedele a me stesso, ai tifosi e a tutti. E poi ci sono così tante cose da fare nella vita. Era giunto il momento di passare il testimone alla generazione successiva”

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