La figlia di Proietti: «Per vedere la Roma si metteva d’accordo con i tecnici per accorciare le prove» 

A Il Fatto: «È sempre stato un uomo estremamente dubbioso. Quando aveva la serata all’Auditorium di Roma, con il teatro strapieno, in camerino ci domandava: “Verrà qualcuno?”».

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Il Fatto intervista Carlotta Proietti, la minore delle figlie di Gigi. Ha pubblicato il libro postumo dell’attore “’Ndo cojo cojo. Sonetti e sberleffi fuori da ogni regola”. Racconta come è nato.

«Dalle bozze di un romanzo, ’Ndo cojo cojo, che lui aveva iniziato un po’ per gioco; poi, dopo la sua morte, in casa è scattata una sorta di caccia al tesoro per trovare i suoi foglietti iniziati e abbandonati, con sopra poesie o disegni; papà scriveva e disegnava ovunque. Mia madre si imbestialiva perché lei comprava in continuazione quaderni di ogni misura, ma lui niente: come un bambino scriveva dappertutto; quando mamma nel suo studio, e nel caos più estremo, scovava delle pepite di papà, subito ci chiamava: “Non potete capire cosa ho trovato”».

Il padre, dice, è sempre stato un uomo con tanti dubbi.

«È sempre stato un uomo estremamente dubbioso, o comunque si è posto continue domande rispetto al proprio lavoro; ricordo quando aveva la serata all’Auditorium di Roma, con il teatro strapieno, e lui in camerino ci guardava e domandava: “Verrà qualcuno?”. Forse era una forma di difesa e di scaramanzia, di sana incertezza, il voler porre sempre dei dubbi come forma di rispetto per il pubblico e per il palco; quando scriveva qualcosa , magari un sonetto o un capitolo del libro, poi chiamava una di noi tre, lo leggeva, e di fronte ai complimenti rispondeva sempre con un “mah” sospirato».

Proietti è stato un padre presente, quasi normale.

«Da piccola mi rendevo un po’ conto di avere una famiglia fuori dall’ordinario, ma papà con noi era normalissimo, non caricava la situazione, non aveva atteggiamenti da vip, non frequentava il jet-set. Per me girarci insieme era motivo di orgoglio».

Era legato da un amore sconfinato per la Roma.

«La Roma non si discute, si ama. Non perdeva un match. Alcune volte si è messo d’accordo con i tecnici per accorciare le prove: doveva vedere la partita».

 

La figlia di Proietti: «Per vedere la Roma si metteva d’accordo con i tecnici per accorciare le prove»

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