Roma, Fiorentina, Parma: gli “zii d’America” hanno scoperto che la Serie A è un gran casino

Libero: "Il pallone italico è ben lontano dallo sport professionistico statunitense, dove addirittura si può programmare grazie alle sconfitte"

Libero: "Il pallone italico è ben lontano dallo sport professionistico statunitense, dove addirittura si può programmare grazie alle sconfitte"

Dan Friedkin, Rocco Commisso e Kyle Krause: Roma, Fiorentina, Parma. Gli “zii d’America” stanno scoprendo piano piano come è difficile avere a che fare col calcio italiano. Ne scrive Libero, riassumendo il momentaccio delle grandi proprietà americane che hanno investito in Serie A.

“Il pallone italico che fra campo, scrivanie, uffici comunali, maneggi politici e tifoserie coi bollori è ben lontano dallo sport professionistico statunitense, dove addirittura si può programmare grazie alle sconfitte”.

Il disastro Roma in Coppa Italia ha travolto la Roma, e ora come da tradizione italiana si inseguono “le voci su un ribaltone con Fonseca via e Max Allegri al suo posto stanno infiammando i tifosi, che vorrebbero in società pure il ritorno di Francesco Totti. E pensare che con Pallotta si è dibattuto per anni di nuovo stadio: oggi la Roma deve ancora capire se andare avanti con l’attuale allenatore…”.

Di stadio neanche a parlarne pure a Firenze. Il piano di rifacimento del Franchi è stato bocciato dal ministero dei Beni culturali, Commisso è furibondo e ieri ha incontrato Francesco Casini, sindaco di Bagno a Ripoli, comune alle porte della città dove sorgerà il centro sportivo “Viola Park”, 80 milioni di investimento. Commisso vedrà forse già oggi Dario Nardella, sindaco di Firenze, e chissà che non gli comunichi l’idea vendicativa di portare via la Fiorentina, a giocare proprio là. Voleva andare “fast”, veloce, quando è arrivato, però poco più di un anno dopo Rocco si ritrova a procedere “slow”, lento come la sua squadra”.

Non vanno meglio le cose a Parma. Krause, amante e produttore di vini italiani, pensava che aver successo nel calcio fosse facile come buttar giù uno dei suoi baroli, invece ha dovuto già fare retromarcia cacciando Liverani e riprendendo D’Aversa (potrebbe andarsene pure il ds Carli, arrivato in estate al posto di Faggiano), con l’handicap che il mercato è stato inesistente e c’è da rifare mezza squadra per provare a salvarsi”.

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