Bollani: «Sognavo di essere Celentano, poi scoprii Carosone»
Al Corsera: «Sapeva suonare stupendamente, cantare, intrattenere il pubblico. Gli chiesi consigli, mi disse "studia il Jazz"»

Bollani, semplicemente uno dei maggiori pianisti del momento, si racconta al Corriere della Sera. Fin da piccolo voleva fare il cantante e sognava di diventare come Adriano Celentano
«lui riassumeva, e riassume in sé, una serie di caratteristiche che mi attiravano. Uomo di spettacolo, showman televisivo, attore di cinema, interprete canoro eccezionale… e inoltre tanto simpatico».
Poi la scoperta di Carosone e la svolta
«Sapeva suonare stupendamente, cantare, intrattenere il pubblico, divertire la gente con musica gioiosa. Ero un suo fan sfegatato e una volta gli scrissi una letterina, per dirgli che avevo imparato tutti i suoi pezzi e per chiedergli consigli.
Mi disse di studiare il jazz».
La musica dovrebbe far parte dell’educazione e della crescita di ogni bambinp, eppure questo non avviene
«Ti insegnano a disegnare e non a cantare. Ti insegnano a leggere e a capire le arti figurative, ma non a prestare attenzione alla musica. Ti insegnano a godere del suono della poesia e non del suono di un clarinetto. Ti insegnano la storia della cultura del tuo e di altri Paesi e non ti parlano mai dell’apporto dato dai musicisti alla crescita culturale. Giuro che non capisco il perché. Eppure i neuroscienziati ci dicono che, per allenare tutte le aree del cervello, la musica è un ottimo strumento. E non solo per il cervello: la musica va direttamente al cuore e, senza bisogno di usare le parole, ti parla, ti commuove, ti esalta, ti appassiona»