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Quando a Napoli la piazza voleva Piatek al posto di Milik

Poi finì al Milan di Gattuso, ci eliminò in Coppa Italia dopodiché quasi più niente. Il nostro Arakadiusz segna con regolarità ma non scalda i cuori

Quando a Napoli la piazza voleva Piatek al posto di Milik

Lui si chiama Krzysztof Piątek. Ha appena compiuto 25 anni. Appena 18 mesi fa, da centravanti del Genoa, diventò l’uomo mercato della sessione invernale. Il suo valore schizzò dai 4,5 milioni di euro pagati da Preziosi fino ai 40 milioni chiesti per il suo cartellino. Segnava gol a raffica con i Grifoni, 13 reti nel girone di andata 2018-19, oltre alle 6 già realizzate in Coppa Italia.

I tifosi del Napoli chiesero a furor di popolo il suo acquisto durante la campagna acquisti di riparazione di inizio 2019 per sostituire quel Milik “che non segna gol decisivi”.

Al presidente De Laurentiis sarebbe probabilmente piaciuto avere Piątek a Napoli, ma senza cedere Milik. Alla fine non ci fu accordo col Genoa e il Napoli si tenne stretto Milik, rinunciando al bomber del futuro. Con non poco disappunto da parte della piazza.

Fu così che Piątek finì per accasarsi al Milan dove trovò Gattuso in panchina. La società rossonera dovette sborsare 35 milioni per averlo, ma sembrò aver fatto l’affare del secolo.

E infatti Piątek, tanto per gettare altra benzina sul fuoco del tifo partenopeo, eliminò il Napoli di Ancelotti dalla Coppa Italia del 2019 segnando una doppietta, facendo così ancora più incavolare i tanti direttori sportivi napoletani che, sotto le mentite spoglie di tifosi, facevano impietosi confronti tra lui e Milik.

Il ragazzo sembrava toccato dalla grazia, ogni pallone che sfiorava entrava in porta. Tanto da segnare altre 8 reti in Serie A nelle prime 11 partite giocate con la maglia del Milan.

Poi all’improvviso gli si spense la luce. Altre 7 partite in rossonero ed solo un gol realizzato. Tanto da diventare un peso tecnico ed economico poco sostenibile dal Milan.

In quest’ultima stagione, 4 soli gol nelle prime 18 partite, fino a sedersi tristemente in panchina.

Così Piątek ha finito per essere ceduto all’Hertha Berlino nell’ultima sessione invernale di mercato. La società rossonera, pur perdendoci qualcosa, ha recuperato un po’ di soldi con la sua cessione (24 milioni di euro, ah com’è dura arrampicarsi sugli specchi di bilanci sempre al limite…).

Prima del lockdown Piątek fa in tempo a giocare sei partite in Bundesliga, ma realizzando appena un gol. Poi, dalla ripartenza in poi, 3 gol in 9 partite.

Il suo valore di mercato è oggi di 21,5 milioni di euro, circa la metà rispetto a gennaio 2019 (fonte transfermarkt.it)

Invece quel Milik che non ha mai realmente scaldato i cuori della piazza (non dimentichiamo che non mangia mozzarella, handicap gravissimo per un calciatore azzurro, e ancor più grave è il fatto di averlo pubblicamente dichiarato) ha tenuto botta, in questa stagione un po’ strana, con i suoi 13 gol in 1631 minuti tra Serie A e Champions League, con una più che dignitosa media di un gol ogni 125 minuti. Tutto ciò nonostante altri due infortuni muscolari che lo avevano ancora una volta penalizzato. Non male per uno che è stato spesso giudicato inadeguato.

Milik non sarà bello da vedere, non sarà velocissimo negli inserimenti come Mertens, forse non è il giocatore più adatto ad essere il centravanti titolare in questo Napoli, ma continua a segnare con regolarità.

Il confronto tra Milik e Piątek non può però finire qui. I due attaccanti polacchi sono calciatori forti, e continueranno ad avere mercato. Sono entrambi giovani ed avranno modo di continuare a mettersi in luce, con la maglia attuale o altrove, al di là dei momenti negativi.

Piuttosto fa ancora una volta riflettere la fretta con cui l’ambiente del calcio riesce ad esaltare e subito dopo bruciare e scaricare i suoi protagonisti. E come i tifosi si lascino sempre incantare dalle sirene del probabile futuro acquisto, sempre più bravo del calciatore che si ha in casa. Che spesso finisce per essere rimpianto amaramente dopo essere stato a lungo criticato.

E a Napoli in questo siamo degli autentici maestri.

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