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C’è stato anche un Milik decisivo e che segnava di testa: quella sera a Kiev

È diventato l’uomo delle occasioni perdute: Milan, Liverpool e ora Genk. Deve riuscire a cambiare la propria immagine e riconvertirla in quella di Kiev

C’è stato anche un Milik decisivo e che segnava di testa: quella sera a Kiev

C’era una volta Arkadiusz Milik. Ma questo sarebbe un incipit esagerato. Troppo improntato al pessimismo. Definitivo. C’era una volta e ci sarà di nuovo. Certo ieri sera, a Genk, è stato il protagonista in negativo della serata. L’unico no ma l’attore protagonista sì. Ancora una volta in Champions, come lo scorso anno a Liverpool, dalle sue parti sono transitati i palloni più pericolosi e caldi del match.

Andiamo per gradi. Ieri Milik ha giocato la seconda partita della stagione da titolare. La prima è stata a Lecce. E almeno Arkadiusz si è guadagnato qualche occasione in più. Ne ha avute quattro. Due / tre clamorose. Soprattutto le due di testa. E se proprio vogliamo provare ad assolvere l’attaccante polacco, potremmo trovare attenuanti per il primo (forse non si aspettava che il difensore non ci arrivasse) ma non ci sono attenuanti per il secondo. Un errore imperdonabile per uno come lui. Il mondo non finisce a Genk, ovviamente.

Quei gol, Milik, sa come si segnano. E lo ricordano benissimo anche i tifosi del Napoli. Era l’inizio della stagione 2016-17. Arkadiusz Milik era il centravanti scelto per sostituire Gonzalo Higuain. Ovviamente, come nella migliore delle tradizioni, l’arrivo del polacco fu avvolto dalla solita coltre di scetticismo. Che però si diradò immediatamente. Venne spazzata via dalla prima apparizione da titolare. Al San Paolo contro il Milan. Il polacco segnò due gol. Il primo abbastanza fortunoso, davanti alla porta, su tocco sbagliato. Il secondo, invece, con un imperioso colpo di testa.

Ma la sera in cui il polacco ebbe la meglio dei dubbi dei tifosi fu il quella del 13 settembre. Serata di Champions, il Napoli giocava a Kiev e andò in svantaggio. Fu Milik a caricarsi la squadra sulle spalle e a ribaltare il risultato con una doppietta realizzata proprio di testa. Due occasioni non molto diverse da quelle sprecate ieri sera.

I gol si sbagliano, li sbagliano tutti. In particolar modo i centravanti. Lo scorso anno, Milik ha giocato un’ottima stagione. Ha segnato 20 gol in 47 partite, 17 dei quali in campionato. Ha giocato una stagione intera dopo le prime due in cui è stato tormentato dagli infortuni. Questa è la stagione in cui potrebbe compiere il salto definitivo. Il polacco ha 25 anni e mezzo, 26 li compirà a febbraio. Ha ancora ampi margini di miglioramento. È vero che il Napoli ha cercato anche Icardi questa estate ma lui sarebbe rimasto. Non è un centravanti di rincalzo. Un problema fisico ne ha rallentato la preparazione. Adesso, però, sta bene. Deve essere lui a mostrare le determinazione necessaria per diventare il centravanti di riferimento del Napoli. Deve tornare il Milik di Kiev. Avrà altre chance, dovrà farsi trovare pronto. E dovrà scrollarsi di dosso l’immagine di uomo delle occasioni perdute: da San Siro contro il Milan, in piena lotta scudetto, a Liverpool. Fino a ieri sera a Genk. È questa l’impresa più difficile per il polacco. Riuscire a cambiare la propria immagine e riconvertirla in quella di Kiev.

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