Serie A, il nuovo paradiso fiscale dei calciatori
Ne scrive il Sole 24 Ore: grazie ai nuovi bonus fiscali previsti dalla legge, dal 2020 il campionato italiano potrebbe ricominciare ad attrarre campioni. E a tenerli in Italia per almeno due anni

Altro che Premier o Cina. Il prossimo paradiso – fiscale – dei calciatori è la Serie A. Grazie ai nuovi bonus fiscali previsti dalle leggi italiane, in vigore dal 2020, il campionato italiano potrebbe ricominciare ad attrarre campioni. Non tanto per l’appeal della competizione in sé ma più che altro per gli incentivi garantiti agli stranieri a stabilirsi in Italia.
Ne scrive il Sole 24 Ore. Che si arrischia anche a fare una sorta di consulenza fiscale al Milan qualora il club volesse far rientrare Ibrahimovic in almeno una delle fattispecie di convenienza.
Il “trucco”
Il “trucco” – che non lo è – è che i giocatori “con più appeal per il marketing in Italia possono beneficiare della misura sui cosiddetti ‘neo residenti’ introdotta dalla legge di stabilità del 2017. Su tutti i proventi esteri derivanti da investimenti immobiliari, dividendi e capital gain, eccetera, è possibile pagare solo 100mila euro di tasse all’anno”.
Ma “a questo regime si può accedere a patto di non essere mai stato residente fiscale in Italia nei nove anni (su dieci) precedenti al trasferimento. Zlatan Ibrahimovic, ad esempio, avendo giocato in Italia fino alla stagione 2011/12 non può sfruttare questa facoltà. Lo stesso vale per Arturo Vidal, trattato in questi giorni dall’Inter, che è stato tesserato per la Juve fino al 30 giugno 2015”.
Ibra e Vidal
Il Sole però dice anche che Ibra e Vidal rientrerebbero nel bonus “alternativo” per i cosiddetti “impatriati”. “Che prevede la non residenza in Italia solamente nei due anni precedenti al trasferimento”, con un carico fiscale abbattuto del 50%.
Il punto, per il quotidiano economico, è che “nel caso delle società di calcio che concordano con i propri tesserati gli ingaggi al netto delle imposte ciò comporta un significativo risparmio sul costo del lavoro”. Ma anche che per i club italiani si pone un problema di “permanenza”. Perché per rientrare nel regime di benefici fiscali “un calciatore messo sotto contratto oggi, per oltre due anni, quindi con il regime degli impatriati, non potrà essere ceduto o prestato a un club estero prima dell’agosto del 2021. Pena la perdita del beneficio”.
Insomma, non solo la nuova normativa avrebbe come effetto sul calcio italiano di attrarre giocatori molto pagati, ma anche di trattenerli forzosamente per un periodo abbastanza lungo.