Libero: Dopo aver rischiato l’estinzione negli anni del possesso estremista, la Serie A ritrova i centravanti

Nel post-guardiolismo anche in Italia la punta era obbligata a mettersi a disposizione della manovra più che del gol. Così è stato cancellato il senso del mestiere, come ha certificato l’etichetta di “falso nove”

immobile

C’è vita in attacco, in Italia. Lo scrive Claudio Savelli su Libero. Lo dimostra il fatto che, nelle prime partite del 2020, siano andati in gol Balotelli, Immobile e Pazzini. Secondo Savelli, è

“la dimostrazione di una teoria che galleggia nell’aria da tempo, cioè che la serie A ha ritrovato i centravanti. O meglio: i centravanti hanno ritrovato un ruolo – e, di conseguenza, una rilevanza – centrale nel gioco. A lungo si sono dovuti muovere in funzione della squadra anziché il contrario. Nel post-guardiolismo, anche in Italia, la punta era obbligata a partecipare al gioco, a mettersi a disposizione della manovra più che del gol. Pena l’estinzione. Così è stato cancellato il senso del mestiere, come ha certificato l’etichetta di “falso nove””.

In tutti questi anni il centravanti è stato necessario per costruire il gioco, ma adesso le squadre sono migliorate abbastanza per poterne fare a meno.

“E quindi non c’è più bisogno dei centravanti di manovra, ma di nuovo di chi finalizza. Si è invertito il rapporto di necessità, è di fatto tornato alle origini”.

Negli anni del possesso estremista si è rischiata l’estinzione dei centravanti, scrive Savelli.

“l’attaccante autentico che ha rischiato l’estinzione negli anni del possesso estremista e si è compiuto nel nuovo calcio, in cui i compagni di qualità sono in grado di costruire la manovra quasi senza di lui”.

 

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