Zenga: “Solo in Italia possiamo mettere in discussione uno come Ancelotti”
Intervista al CorSport: “Conte è un mostro. Adoro Gattuso. Per l’Inter non sarà un semplice impatto con il 2020. Ibra? Deve giocare. La storia dell'età non ha senso"
Intervista al CorSport: “Conte è un mostro. Adoro Gattuso. Per l’Inter non sarà un semplice impatto con il 2020. Ibra? Deve giocare. La storia dell'età non ha senso"
Il Corriere dello Sport intervista Walter Zenga, un’icona per il mondo interista. Parla dell’Inter, dello scontro di stasera con il Napoli e di altri temi. A partire da Ancelotti.
“In Italia siamo strani, soltanto noi possiamo mettere in discussione uno come Carlo Ancelotti. Mi dirai: i risultati, la crisi, tutto quello che vuoi. Ma Ancelotti è Ancelotti, non si discute. Poi io adoro Gattuso: la sua voglia e la sua carica, il lavoro centellinato. Per l’Inter non sarà un semplice impatto con il 2020”.
Di Conte dice che è “un mostro” e definisce il suo 3-5-2 “uno spettacolo unico”.
“Contro l’Inter se accetti l’uno contro uno ti fanno male, hanno attaccanti fantastici. Se li lasci fare e concedi il pallino, hanno varianti di gioco che spesso ti impallinano. Conte accorcia i tempi come se ci lavorasse da anni e non da mesi. Stasera si decide a centrocampo, come sempre. Capisco Rino che aspetta con ansia Lobotka: gli manca uno con quelle caratteristiche, avrà già deciso come utilizzarlo”.
Per quanto riguarda la corsa allo scudetto, Zenga non ha dubbi:
“Juve favorita ma con Conte sempre a ridosso, a braccetto, accanto a Sarri”.
Si dice contento di questa Serie A, che gli piace molto perché non è scontata. Della Lazio dice che lo esalta, del Cagliari che lo diverte, della Roma che gli piace.
Su Ibra:
“Ibra è la scossa: se hai accanto uno forte e caratterialmente unico, sai svolgere meglio il tuo lavoro. Lui sbloccherà i compagni che sono finiti dentro un imbuto e non riescono a uscirne. Lascia perdere la storia dei 38 anni, non ha senso. Se a 19 anni sei bravo, devi giocare. Se a 38 anni sei bravo, e ti chiami Ibra, devi giocare. Qual è la differenza? Nessuna”.