Maresca: “Odio quando i calciatori mi dicono bugie. Noi arbitri siamo come i tennisti”
Intervista al Mattino: "Conosco le caratteristiche tecniche di ogni singolo calciatore della serie A. Noi arbitri siamo un po' permalosi"

Il Mattino intervista Fabio Maresca, l’arbitro vomerese 38enne che domenica sarà quarto uomo nella finale di Supercoppa a Riad.
Ammette che la cosa che più lo infastidisce di un calciatore è quando gli mente.
«La bugia. Quando negano una cosa evidente».
Paragona l’arbitro al tennista.
«il tennis è uno spettacolo straordinario che paragono alla nostra attività. Un punto vale come un altro in termini di punteggio ma ogni quindici ha un peso diverso. Per noi è la stessa cosa: ad ogni decisione, fallo o non fallo, giallo o non giallo, rigore o no è come se fossimo a un bivio apparentemente uguale a un altro ma in una partita un conto è commettere un errore in area di rigore un altro è in mezzo al campo, per esempio».
Sul Var, al quale è ricorso solo una volta in 8 presenze stagionali in serie A:
«È l’ultimo baluardo a difesa della nostra prestazione. È il portiere della squadra arbitrale, nessuno vuole uscire dal campo col peso di aver condizionato un risultato».
Maresca dichiara che per arbitrare bene occorre conoscere il sistema di gioco di tutte le squadre
«ma anche le tattiche adottate in occasione di calci da fermo e poi ognuno di noi conosce le caratteristiche tecniche di ogni singolo calciatore della serie A. Magari non mi ricordo il nome di battesimo di un giocatore, ma posso dire di chiunque se calcia col destro, col sinistro o con tutti e due i piedi».
E dice:
«Accetto e propongo il dialogo quando occorre. Non mi piace il sorrisino ironico dopo una mia decisione. In fondo noi arbitri siamo un po’ permalosi».
Infine un consiglio agli arbitri:
«Le partite devono scivolare via il più possibile perché i protagonisti sono i calciatori».