Il cambio in panchina avverrà a prescindere dal risultato contro il Genk. Ringhio è stato preferito per la scelta tattica e la fama di duro

I requisiti che avrebbe dovuto avere il successore di Ancelotti erano tre, scrive il Corriere dello Sport. La tendenza al 4-3-3, la fama del duro e qualcosa che lo legasse ad Ancelotti, anche solo un incrocio di storie. Ecco perché, dopo le prime chiacchierate con Allegri e Spalletti, Aurelio De Laurentiis ha virato verso Rino Gattuso.
“d’altro canto lo chiamano ‘ringhio’, da sempre, e ora gliela farà vedere lui, da domani, con quella faccia un po’ così e quell’espressione un po’ così, cosa significhi “abbandonare” un gentiluomo che in quarant’anni ne ha viste tante”.
Ancelotti, che ha vissuto già una situazione del genere a Monaco, non è rimasto scosso dalle voci trapelate da Castel Volturno. Ha capito tutto con molto anticipo. Dalle indiscrezioni filtrate, pare anche che Gattuso e De Laurentiis si siano incontrati a Roma per discutere del passaggio di consegne.
In ogni caso, la successione in panchina non è legata al risultato della partita di questa sera. La svolta ci sarà domattina, scrive il Corriere dello Sport. E non sarà un paracadute fino a giugno.
Una scelta maturata sabato notte, dopo il pareggio con l’Udinese.
“Gattuso è divenuto, e prepotentemente, per De Laurentiis, la zattera sulla quale lanciarsi, il drastico uomo di polso per frenare una caduta rovinosa. Il contratto, a quel punto, dopo che Jorge Mendes, vicinissimo al tecnico calabrese ha negato qualsiasi possibilità semestrale, s’è allargato a mo’ di lenzuolo sino ai 18 mesi, scadenza 2021″.
Il risultato di stasera sarà secondario per la scelta. E’ ormai già tutto deciso.