Sconcerti: «Allegri era temuto dai giocatori, Sarri no»
Al Corsera: «I calciatori della Juventus sono tante piccole aziende, non accettano sermoni. È la rivincita dei saccenti che annusano il più fragile»

Cos’è che ancora tiene lontani la Juve e Sarri? Sconcerti lo spiega oggi sul Corriere della Sera.
“Un buon profeta ha bisogno di buoni ascoltatori”.
Scrive così. E i giocatori della Juve non lo sono più.
Sono piccole aziende, hanno vinto moltissimo, non devono dimostrare niente.
E così è facile che arrivi l’anarchia.
“Lo si sente dall’odore di sbagliato che si sente in campo. Non c’è una ragione esatta, tutti hanno vinto molto, non possono aver dimenticato tutto. C’è un disagio intellettuale che rende amaro il facile, che non trova le soluzioni, non ti diverte più. È la sazietà delle prediche, la rivincita dei saccenti che annusano il più fragile e si allontanano per non contaminarsi“.
C’è una differenza fondamentale tra Allegri e Sarri. Il primo era “noioso, insistente signore vendicativo”, faceva paura, soprattutto. Sarri no. Vuole solo “convincere il suo prossimo”.
Alla Juve questo non può funzionare.
“La Juve oggi è satura di situazioni, non accetta più sermoni. Infatti fa quel che vuole”.
Con la Juve ridotta così, piena di noia, il campionato è aperto.