Il silenzio di Mazzarri ci porterà sette-otto punti, una Champions al contrario

Andiamo a Bergamo. Partita sempre importante per noi. Lì vincemmo uno a zero con gol di Giordano nell’anno che fu; lì Alemao fu colpito e i milanisti ancora se lo ricordano; lì subimmo una delle sconfitte più cocenti, cinque schiaffi in pieno volto nell’era Reja. Lì, non vorrei ricordarlo, Fabietto la mise dentro da trenta […]

Andiamo a Bergamo. Partita sempre importante per noi. Lì vincemmo uno a zero con gol di Giordano nell’anno che fu; lì Alemao fu colpito e i milanisti ancora se lo ricordano; lì subimmo una delle sconfitte più cocenti, cinque schiaffi in pieno volto nell’era Reja. Lì, non vorrei ricordarlo, Fabietto la mise dentro da trenta metri. Ma è acqua passata.

Atalanta-Napoli, quindi. Match ostico per noi. Cavani non ce la fa, toccherà di nuovo a Pandev e Insigne. Il primo è abbastanza giù; il secondo è ancora giovane ma, per dirla alla De Gregori, noi scommettiamo che il ragazzo si farà. La notizia più importante è che Mazzarri ha finalmente capito che deve tacersi. Non so chi gliel’abbia consigliato, ma dev’essere quantomeno Giorgio Gori. Insomma, uno che di comunicazione ne capisce, e non poco. Teniamo Mazzarri lontano dalle telecamere e guadagniamo sette-otto punti in un anno, altro che effetto Champions. E poi, a dirla tutta, Bigon in tv è bravo, funziona. Non me ne voglia Spadetta: sarà inutile sul mercato, ma nelle interviste va che è un piacere. Parla in italiano, esprime concetti in modo chiaro, insomma una rivoluzione per noi.

Un’ultima annotazione, molto breve: quant’è forte Behrami.

Massimiliano Gallo

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