Tebas: «La Serie A sta perdendo il treno, non tutti hanno capito che al centro c’è la Serie A non gli interessi personali»
Alla Gazzetta: «il campionato Primavera che giocate in Italia è inutile, non è competitivo. Il calcio gratis in tv non può funzionare. La Premier League non spende, spreca i soldi»

2021 archivio Image Sport / Calcio / Javier Tebas / foto Imago/Image Sport
Javier Tebas, controverso presidente della Liga spagnola, ha concesso una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole.
Le parole di Tebas
Ecco, partiamo da qui, dall’asta dei diritti tv della Liga per il 2027-2032 che avete chiuso con Telefonica e Dazn per 5250 milioni, un incremento del 6% ai 4950 del precedente. Incremento del 6%.
«Che in realtà è un 9% se consideriamo anche il pacchetto Horeca (per i locali pubblici, ndr) che noi in Spagna siamo gli unici a vendere e gestire direttamente, e la Segunda, con incasso totale di 6135 milioni. E va ricordato che la Spagna è penalizzata rispetto agli altri grandi competitor per numero di abitanti, reddito pro capite, diffusione della pay tv».
Quali sono le chiavi del successo?
«Sono tre. La prima è la lotta alla pirateria: abbiamo ridotto del 60% il mercato illegale e questo inizia a riflettersi sugli abbonamenti tv a pagamento. Fondamentale è stata una sentenza giuridica che ci permette di bloccare in diretta l’utente illegale».
In Italia è in contatto con qualcuno?
««Sì, chiaro. Questa è una cosa che interessa tutti: quando interveniamo in Sud America aiutiamo anche gli altri campionati europei e la Champions. Io passo il weekend collegato a occuparmi del tema pirateria, e la Liga investe circa 10 milioni all’anno in questa battaglia».
E le altre due chiavi del successo?
«Abbiamo migliorato il prodotto allungando il pre e post partita con contenuti di qualità, dando più minuti agli operatori con audience elevata. Poi c’è la strategia: abbiamo lanciato l’asta due anni prima della scadenza dell’attuale, per farla coincidere con quella della Champions. Rischioso, ma ha funzionato».
Parliamo di mercato: i club della Liga hanno speso 666 milioni quest’estate, quasi cinque volte meno della Premier.
«Più che spendere, direi che la Premier spreca. Esistono ranking che analizzano il costo e l’utilizzo dei nuovi acquisti, e i club della Liga mostrano grande efficienza. Le squadre spendono ciò che possono. In Inghilterra, Italia e Francia c’è chi spende più di quanto guadagna: a medio termine lo paghi. Ci sono Paesi che creano inflazione nel mercato e nei salari. La Liga continua a essere competitiva in Europa, e bisogna anche comparare i risultati con la sostenibilità economica dei club. In Inghilterra incassano molto più di noi e della Bundesliga, che necessità hanno di indebitarsi tanto? Stanno costruendo un modello d’industria sequestrato dal debito»..
Ci sono critiche alle regole finanziarie della Liga, considerate restrittive.
«Proteggiamo i club con norme che hanno votato loro stessi e che salvaguardano l’integrità economica. Puntiamo su infrastrutture e talenti: il 75% dei 2 miliardi del “Plan Impulso” del fondo Cvc è vincolato a investimenti in stadi e centri di formazione. Migliorano le entrate da Matchday e la produzione di qualità, anche attraverso le competizioni: in Italia si continua a giocare il Primavera, che non è competitivo. Non serve a niente. In Inghilterra lo stesso. Le seconde squadre dei nostri club giocano in seconda, terza o quarta serie contro rivali forti. E i giovani si formano».
Ha citato l’Italia:
«Resta un campionato di riferimento ma sta perdendo il treno perché non tutti hanno capito che al centro del movimento va messa la Serie A e non gli interessi personali».
La Superlega e la piattaforma Unify promettono calcio gratis per tutti. Cosa ne pensa?
«Parliamo della Superlega: in 4 anni hanno cambiato 4 volte il format, non è una cosa seria. Unify è simile. Mi fa ridere quando parlano del successo tv del Mondiale per Club, perché si sa che i diritti sono stati gestiti da Arabia-Dazn-Fifa. Il calcio gratis non è un modello sostenibile».
Perché non lo è?
«Il mercato pubblicitario del calcio è saturo. La strategia della Superlega mira a rovinare il modello attuale, sostenibile, per crearne uno proprio. Non esiste nessuno nel settore dei diritti tv sportivi che dica che il calcio gratis può funzionare. Solo Bernd Reichart, Ceo di A22, lo sostiene».
La Uefa li ha incontrati diverse volte.
«Sì, perché come indicato dalla sentenza del Tribunale europeo, ha l’obbligo di riunirsi con chiunque voglia organizzare una nuova competizione».
Il Real Madrid chiede danni per 4,5 miliardi. È possibile?
«Una barzelletta. Possono chiedere il rimborso delle spese sostenute, ma non certo quella cifra: non hanno perso nulla, perché nella loro competizione non c’erano club. La denuncia serve solo a fare pressione sulla Uefa».











