Goggia: «Mi sono chiesta come sarebbe stata la mia carriera senza tanti infortuni, ma non sarei chi sono ora»
A Sky: «L'errore più grande degli atleti è sentire di valere come esseri umani solo in funzione del raggiungimento di un obiettivo. Invece è il contrario: proprio perché sai di valere, sai che puoi raggiungere un risultato».

BEAVER CREEK, COLORADO - DECEMBER 11: Sofia Goggia of Italy prepares to compete in the STIFEL Birds of Prey FIS World Cup - Beaver Creek Women's Downhill Training at Beaver Creek Resort on December 11, 2024 in Beaver Creek, Colorado. Sean M. Haffey/Getty Images/AFP Sean M. Haffey / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP
Sofia Goggia si racconta a Sky nell’intervista rilasciata al Federico Buffa Talks. La puntata andrà in onda da oggi, venerdì 26 dicembre, su Sky Sport, in streaming su Now e disponibile on-demand.
Le parole di Sofia Goggia
Il prossimo febbraio, la sciatrice disputerà le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina:
«Quando parlo di Cortina parlo di un’immagine che è indelebile nella mia testa, nel mio cuore e nella mia anima, l’immagine dell’alba che sorge mentre si va a fare la ricognizione con la vecchia seggiovia a tre posti, con il sole che illumina di arancione le Tofane. E tu sali piano piano, in questo silenzio, circondato dalla bellezza del creato. Quella per me è la poesia di Cortina, qualcosa di magico e trascendentale».
«Ci sono state giornate in cui mi alzavo, mi guardavo allo specchio e avrei voluto rompere lo specchio perché pensavo a quanto mi odiavo per essere ancora una volta in quella situazione. Mi sono chiesta tante volte come sarebbe stata la mia carriera se non fossi incappata in così tanti infortuni. Allo stesso tempo, però, mi dico che probabilmente non sarei la persona che sono ora e che le tante difficoltà sono anche la prova della mia forza. Quando sono grata mi sento in pace con me stessa. Ma c’è stato un momento (dopo l’infortunio del 2024, n.d.r.) in cui non riuscivo più a farlo, perché ero dilaniata da mille domande. Quando poi ho accettato l’infortunio, seppur con molta fatica, e ho visto che ne sarei potuta uscire, ho avuto la forza di abbandonare quell’ossessione che mi logorava interiormente nella testa e nel cuore, e abbracciare la grazia che era conseguita dall’incidente. È un cambio di veduta molto difficile da fare ma nel momento in cui lo fai, ti senti sollevato».
Infine, Goggia ha dichiarato:
«L’errore più grande che gli atleti possono fare è sentire di valere come esseri umani solo ed esclusivamente in funzione del raggiungimento di un obiettivo. Bisogna invece leggere il paradigma al contrario: proprio perché tu sai di valere sai che puoi raggiungere un determinato risultato, ma se nel raggiungimento del risultato metti la disperazione di essere legittimato a livello esistenziale, è un problema. Spesso nella mia carriera mi è capitato di voler vincere una gara per affermarmi come persona».











