Gli assist di Hojlund valgono oro, i due per Neres sono 30mila euro (Di Marzio)

Al danese basterà partecipare ad almeno 10 eventi che comprendono un gol o un assist decisivo per guadagnare quasi 150mila euro in più.

Hojlund

Ni Napoli 04/11/2025 - Champions League / Napoli-Eintracht / foto Nicola Ianuale/Image Sport nella foto: Rasmus Hojlund

Non ha segnato, ma è risultato decisivo nelle ultime due gare di Serie A con altrettanti assist per Neres (uno contro l’Atalanta e l’altro contro la Roma). Rasmus Hojlund si sta confermando un elemento preziosissimo nello scacchiere del Napoli di Antonio Conte. E se il ‘mal di gol’ è qualcosa che prima o poi andrà risolto, i passaggi vincenti rappresentano già una notizia molto lieta nel bilancio personale dell’attaccante danese.

Come riferisce infatti il giornalista di Sky Sport Gianluca Di Marzio, grazie agli impeccabili suggerimenti per il brasiliano, l’ex United si è avvicinato di parecchio allo sbloccare un bonus presente all’interno del contratto firmato col club azzurro.

Il retroscena sullo stipendio di Hojlund al Napoli

Di seguito quanto riferisce l’esperto tramite il proprio sito ufficiale:

“Lo sapevi che Rasmus Højlund ha uno stipendio che può aumentare a seconda del suo rendimento? L’assist fatto a Neres contro la Roma, infatti, lo avvicina sempre di più a uno dei tre bonus inclusi nel suo contratto con il Napoli.

Per uno stipendio fisso di quasi 9 milioni di euro lordi a stagione (fino al 2031), il danese potrebbe arrivare quasi a 10. In che modo?

Al danese basterà parteciperà ad almeno 10 eventi che comprendono un gol o un assist decisivo. Allo stato attuale, tra campionato e UCL, Højlund ha segnato 4 gol e servito 2 assist.

Al decimo evento scatterà il primo bonus che gli consentirà di guadagnare quasi 150mila euro in più. Le altre due fasce (circa 200mila e quasi 300mila euro) verranno sbloccate solo al raggiungimento di 20 e 30 eventi (tra gol e/o assist)”.

Calcolatrice alla mano, gli ultimi due assist hanno virtualmente fornito ad Hojlund 15mila euro.

Leggi anche: Anatomia del gol di Neres: l’impercettibile contro-movimento dopo il passaggio a Hojlund, è da urlo

L’analisi di Antonio Giordano sulla Gazzetta dello Sport alla vigilia di Roma-Napoli.

Il Napoli avrà bisogno del miglior Hojlund: l’analisi

“Certe partite non restano confinate in quel rettangolo ma tracimano, s’impossessano del futuro però anche del passato, galleggiano nei ricordi e a Rasmus Hojlund ritrovare Gian Piero Gasperini scatena una sequenza di flash – li chiamerebbero highlights – dai quali lasciarsi cullare. La prima Italia, un prodigio per un maggiorenne appena divenuto tale, sa di un calcio fascinoso e assai gustoso, di notti dense di magie e di una decina di gol (nove in campionato, uno in Coppa Italia) che indirizzarono poi la rotta verso Manchester: sa dunque di Gasp, d’una squadra arrivata quinta, alle spalle di Napoli, Lazio, Inter e Milan e però davanti alla Roma e alla Juventus, ormai pronta per decollare verso l’Europa League che sarebbe arrivata a distanza di dodici mesi.

Roma-Napoli è un crocevia, include in sé quei momenti (indimenticabili) e trascina in un orizzonte da indicare sulle mappe di questa stagione double face, tanto Hojlund immediatamente e poi, inaspettatamente, poco Rasmus alla distanza, pure per colpa di Mateusz Kochalski, 25 anni, polacco di stanza al Qarabag, il protagonista d’una nottata piena di prodigi, quasi capolavori, compreso il rigore strozzato al danese in preda al digiuno.”

Cinquantaquattro giorni oggi (e saranno cinquantasei domenica sera all’Olimpico) senza mai riuscire a far riemergere il vero Hojlund, lucido e cinico, elegante e sgargiante, quattro reti per presentarsi nelle sue prime sei partite, un graffio immediatamente a Firenze, una serie di giocate da mille e una notte, e poi il buio.

Il lavoro nobilita l’uomo oppure lo sfianca e il tour de force a Hojlund è costato carissimo, l’ha fermato per tre partite (niente Psv, Torino e Inter), l’ha anestetizzato e forse ha inciso psicologicamente per un po’ e al resto deve aver pensato la scioccante sconfitta in Scozia, o magari no. Perché a Hojlund più che agli altri sta mancando De Bruyne, la capacità di verticalizzare a campo largo (come contro lo Sporting) del belga, quella fusione naturale tra due talenti a cui basta uno sguardo per suggerire il passaggio e un altro per trasformarlo in felicità.

“Cambiato Ma Hojlund, intanto, è diventato pure diverso, s’è trasformato, s’è calato negli schemi di Conte, li ha fatti suoi andando a replicare alcune movenze di Lukaku, per essere altruista e giocare per gli altri: la volée che ha mandato in porta Neres, nella sfida con l’Atalanta, rientra tra le priorità della manovra del Napoli di un anno fa, quando al centravanti veniva chiesto di diventare regista offensivo per trascinare fuori dalla linea dei difensori, spalancare le praterie e consentire agli esterni o ai centrocampisti di catapultarsi con libertà quasi assoluta nelle voragini che intanto si erano aperte. Cinquantasei giorni dopodomani, quasi due mesi, senza che Hojlund riesca a calarsi nella propria parte: quale occasione migliore per ribadire al Gasp, il primo maestro, che certe lezioni valgono e per sempre”

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