Travolto sui social da una tempesta di merda perché sono andato a vedere Cruciani a Napoli (e ho postato una foto con lui)
Insultato e minacciato. Non immaginavo che la pecorizzazione delle masse fosse arrivata a livelli così alti. Pazienza. Andrò avanti, inneggiando alla libertà e rispettandola

Travolto sui social da una tempesta di merda perché sono andato a vedere Cruciani a Napoli (e ho postato una foto con lui)
Nelle ultime ore ho vissuto un raro concentrato di illiberismo. Feroce, tranchant, violento. E mi sento ferito. Perché io non ho offeso nessuno. Il tribunale dei social, però, non consente nulla che sia lontano dal main stream. Andiamo con ordine. Sono stato allo spettacolo di Giuseppe Cruciani al Palapartenope. E non ero solo: c’erano più di tremila napoletani, sold out, biglietti introvabili da giorni. Alcuni anche del costo di centinaia di euro.
Nel teatro, qualche sfottò e poco altro per altro per Cruciani. I napoletani lo hanno applaudito, quelli che erano lì. I fischi veri, pesanti, di contestazione sono stati per Rita De Crescenzo, per quella Napoli che prova a rappresentare, a mostrare su qualsiasi palcoscenico, sia esso virtuale o fisico poco importa. Dopo lo spettacolo, Cruciani mi ha chiesto cosa pensassi di questi fischi: gli ho dato una mia lettura che credo sia anche semplice. La De Crescenzo ha una sua fan base che non credo segua la Zanzara, che preferirà Tik Tok o, forse, la tv generalista. Il pubblico della Zanzara ama la dissacrazione del luogo comune, la presa per i fondelli degli stereotipi, si diverte con la profanazione del sancta sanctorum di ciò che è provinciale o italiota.
Torniamo a Cruciani. Sono ascoltatore della Zanzara, la sua trasmissione su Radio 24. In diretta o in podcast, è raro che mi perda una puntata. E da utente posso dire che lo spazio dedicato a Napoli è di pochi minuti a settimana: non basa la Zanzara su Napoli. Poi, ci marcia su quello che accade nella nostra città? Assolutamente sì. Lo utilizza per trovare quei contrasti, anche quell’odio di cui “si nutre” la sua Zanzara. Ovviamente. Aggiungo: menziona solo cose vere. La questione delle decine di migliaia di targhe polacche è qualcosa che, davvero, meriterebbe di esser monitorata. Poi, l’esasperazione arriva perché sa di ottenere la levata di scudi. Quella nell’unica forma di protesta rimasta: il ruggito da tastiera.
I contestatori all’esterno del Palapartenope erano meno di cento. Uno di questi è un uomo che stimo tantissimo e del quale terrò riservata l’identità. Gli ho chiesto: “Perché così poche persone?”. Risposta: “Prima esistevano le piazze, la gente aveva voglia di farsi sentire. Ora basta scrivere una cazzata qualsiasi su un social e hai la coscienza a posto. Nessuno ha più voglia di lottare”. Non ho altro da aggiungere se non un dato che anche Cruciani apprezzebbe molto: mi vuoi contestare? Mettici la faccia, lotta. Sempre, ovviamente, senza violenza, confrontiamoci sui temi.
E così torno a ciò che sta accadendo in queste ore. Ho postato una foto con Cruciani e Parenzo (l’altro conduttore della trasmissione), spiegando nel post che condivido percentuali vicine allo 0% di ciò che viene detto in diretta. Che, trovo, però, divertente e innovativo il modo di creare un format quotidiano. Solo chi fa radio è conscio della difficoltà di non scivolare nella monotonia. Del proporre sempre lo stesso noioso schema.
Ecco, io sono uscito fuori da uno schema. Se sei di Napoli, devi odiare Cruciani. I leoni da tastiera dei social non ammettono repliche. Questo dice il main stream, è quello che ti impone il tracciato che altri hanno segnato per te. E se ti scosti, sei lo strano il diverso. E vai condannato, insultato, denigrato. Nessuna pietà. In privato sono stato minacciato. In pubblico sono stato apostrofato in ogni modo. Una tempesta di merda in piena regola. Della quale mi vergogno: perché non credevo che l’odio per la libertà altrui fosse così forte. Che la pecorizzazione delle masse fosse arrivata a livelli così alti. Oggi, vince chi gratta la pancia al popolo? Beh, forse sì. Al netto di dover annunciare un’amara verità: 9 volte su 10 chi gratta la pancia al popolo, il populista nella comunicazione o nella politica o in qualsiasi altro ambito. mente sapendo di mentire. Mente per poi sfogare fuori onda delle verità che al microfono o sui social gli farebbero perdere il plauso popolare. Oggi, il gregge vuol sentirsi confortato, non stimolato.
Ci vogliono spenti, io me ne fotto e andrò avanti per la mia strada. Continuando ad ascoltare Cruciani, continuando a non condividere nulla o quasi di quello che dice. Lo faccio portando ogni giorno a Radio Crc o sui miei social solo ed unicamente le mie idee, le tante, tantissime ore passate a studiare il calcio, provando a trovare sempre nuovi modelli comunicativi. Non piacerò alle greggi? Poco importa. Evviva la libertà, rispettiamo la libertà. E come direbbe Cruciani: avanti tutta, amici miei.











