Mourinho ha insegnato che anche “il catenaccio” è un’arte (L’Equipe)
In Francia si apre il dibattito dopo Psg-Nizza: il Nizza ha parcheggiato il bus senza provare ad attaccare; anche il Bayern lo ha fatto in Champions, al Parco dei Principi.

Mg Cremona 28/02/2023 - campionato di calcio serie A / Cremonese-Roma / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Jose’ Mourinho
“Parcheggiare il bus”, o come si suol dire, “il Catenaccio”, può essere percepito per alcuni come una scelta poco corretta. Spesso gli allenatori sono stati protagonisti di dibattiti proprio sulle loro scelte in merito a ciò. Fu Jose Mourinho il pioniere, quando allenava in Inghilterra, al Chelsea.
Il dibattito sul “catenaccio”: Mourinho il pioniere
L’Equipe scrive:
Alcune squadre a volte decidono di parcheggiare l’autobus. Un’espressione di cui Jose Mourinho è stato il propagatore nel 2004, dopo un Chelsea-Tottenham. Ma oltre ad essere stato il contemplatore, lo “Special One” si è dimostrato il più perfetto illustratore di questo concetto durante una semifinale di ritorno di Champions League tra Barcellona e Inter del 2010, dove fu la squadra nerazzurra a vincere il torneo; il tecnico portoghese ha eretto quella sera un muro, sacrificando il talento di Samuel Eto’o, bloccato nella posizione di un’ala molto lontana dall’esserlo. Quella sera, l’espulsione di Thiago Motta al 27esimo minuto, fu il simbolo di una strategia percepita nel corso della partita come un omaggio sempre al “Catenaccio”. Lo scorso fine settimana, il Psg è stato Barça, e il Nizza l’Inter, dove i parigini hanno vinto 1-0. Durante questo incontro, il cliché del bus è saltato fuori agli occhi dei telespettatori. Rinunciare al possesso e all’ambizione di mettere su un po’ di calcio-spettacolo può essere una strategia connotata in modo dispregiativo. Al di là dell’aspetto estetico, difendere come fosse la priorità, o anche eccessivamente, equivarrebbe a non rispettare il gioco, al punto da meritare un’accusa di immoralità per chi paga per vedere le partite?
«Non penso che ci sia una nozione di etica a livello di difesa o attacco. È più una questione di convinzione e poi, a volte, non hai troppa scelta. Quindi fai quello che puoi, è più un equilibrio di potere che a volte ti costringe a difenderti. Quando la squadra avversaria gioca con quattro o cinque attaccanti e si prende tutti i rischi, sei costretto a farlo», giudica Philippe Montanier, ex allenatore del Rennes. Inoltre, solo quattro giorni fa, il Bayern ha finito per parcheggiare un autobus sul prato del Parco dei Principi. «Puoi avere la difesa più alta o più bassa, ma tutto dipende dalla qualità dei tupi giocatori. Quando devi difendere e hai difensori lenti, se li metti troppo alti, ti infili nei guai. Saper pressare con la difesa alta è un’arte. Quando questo non è possibile, è necessario ridurre gli spazi e non esporti», spiega Michel Der Zakarian, che ha un passato nel Montpellier e Brest. Non è spettacolare o attraente come gioco, ma anche saper compattarsi bene dietro è un’arte; non deve rimanere meno rispettabile. Per alcuni, è persino ammirevole.











