La Coppa Davis emoziona sempre ma oggi è la parente povera della Davis che fu (L’Equipe)

Il giornale francese: "Tribune deserte all'una di notte per il doppio di Argentina-Germania, Bolelli e Vavassori non hanno visto il campo tutta la settimana. La Federazione internazionale ha poco peso nelle discussioni con Slam e Atp, difficile possa cambiare qualcosa"

Coppa Davis Italia

Italy's Matteo Berrettini (L) celebrates with teammates after the victory over Spain's Jaume Munar Clar during the 2025 Davis Cup men's single final tennis match at the Super Tennis Arena in Bologna, northen Italy, on November 23, 2025. Italy claimed a third Davis Cup in as many years today after beating Spain 2-0 in front of delighted home fans in Bologna. (Photo by Tiziana FABI / AFP)

Quarto trionfo nella storia, il terzo consecutivo dopo quelli del 2023 e del 2024: nonostante l’assenza di Sinner e Musetti, l’Italia si è confermata campione di Coppa Davis battendo Austria, Belgio e Spagna alle Final 8 di Bologna. Decisivi Flavio Cobolli e Matteo Berrettini, che hanno fatto 6 su 6 negli incontri di singolare ‘costringendo’ i doppisti (Simone Bolelli ed Andrea Vavassori) e Lorenzo Sonego a gustarsi lo spettacolo dalla ‘panchina’.

In Francia, L’Equipe esalta il successo degli azzurri sottolineando il contesto idilliaco creatosi in Emilia Romagna. L’edizione online del giornale, però, si sofferma anche sulla perdita di prestigio della manifestazione.

Coppa Davis, il trionfo dell’Italia visto dall’Equipe

“Quale modo migliore per promuovere nuovi eroi in un’atmosfera elettrizzante? La Coppa Davis, naturalmente. La vecchia versione aveva dimostrato magnificamente il suo valore. E anche quella nuova, a volte, quando un pubblico saldamente schierato a sostegno della patria si unisce a un energico emergente. Per tutta la settimana a Bologna, Flavio Cobolli (23 anni, 22° al mondo) ha interpretato questo ruolo alla perfezione alla Super Tennis Arena”, scrive l’Equipe riferendosi alle eroiche prestazioni del romano. “Anche senza Sinner e Musetti – i loro due migliori giocatori – la splendida squadra italiana continua a dominare il tennis internazionale”, aggiunge.

Un format che continua a far discutere

Il giornale d’oltralpe si concentra poi sull’aspetto a cui prima facevamo riferimento: “Nonostante tutte le imperfezioni su cui si insiste da anni, questa settimana a Bologna ha regalato alcune perle, come un doppio di altissima qualità nei quarti di finale tra gli argentini Molteni-Zeballos e i tedeschi Puetz-Krawietz. Anche se nulla è stato davvero soddisfacente sulle tribune deserte all’una di notte per questo incontro, ovviamente. Proprio come il fatto che la coppia di doppio italiana Vavassori-Bolelli non abbia mai giocato tutta la settimana a causa del formato ridotto”.

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A questo punto, l’Equipe s’interroga: che fare?

“L’Itf, organizzatore della Coppa Davis, si è data un nuovo nome – World Tennis – che non ha fatto nulla per aumentare la sua influenza (in declino) nella governance del tennis mondiale. Ha poco peso nelle discussioni in cui gli Slam rimangono una forza dominante e dove l’Atp sta prepotentemente progettando un calendario sempre più ricco. Oggi non ha senso sognare di aggiungere una quarta settimana alle tre riservate annualmente alla Coppa Davis. Con tre turni, due dei quali ora disputati con il vecchio formato “casa e trasferta”, e un torneo finale a otto squadre, è difficile immaginare cosa possa cambiare. Almeno entro tre anni, data la durata del contratto firmato con la città di Bologna e l’immenso vantaggio concesso alla nazionale italiana”.

L’Equipe rilancia dunque l’idea di giocare il torneo ogni due o tre anni come richiesto da Sinner e Alcaraz. Ma allo stesso tempo ritiene che l’Itf “difficilmente accetterà di dimezzare i propri ricavi”.

“Nel frattempo, la venerabile Coppa Davis, ora ribattezzata Coppa del Mondo, rimane la parente povera, senza uno sponsor principale, con pochi top-10 in gara e senza troppe discussioni sulla sua struttura. «Il fatto che i migliori giocatori non partecipino a tutti i tornei più importanti è un problema che affligge tutti. Il calendario è sovraccarico», ha insistito domenica Feliciano Lopez, direttore del torneo. Ma la competizione è in buone mani. Il formato funziona. I giocatori sono contenti. A Bologna abbiamo probabilmente assistito ad alcune delle migliori partite di tennis dell’anno. La passione è ancora viva…”, conclude l’articolo.

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