Haiti, Panama, Capo Verde al Mondiale non sono una favola, sono parte del business di Infantino (Faz)

In Germania fanno a pezzi la retorica terzomondista: "molte storie di successo sono solo il risultato di calcoli razionali. Capo Verde in tutto il mondo giocatori professionisti da arruolare"

fifa Mondiale infantino

President of FIFA Gianni Infantino participates in the 2025 FIFA Club World Cup Draw ceremony in Miami on December 5, 2024. (Photo by Giorgio VIERA / AFP)

Come riporta La Faz, il Mondiale che sta prendendo forma assomiglia sempre meno a un torneo d’élite e sempre più a un caleidoscopio di storie sorprendenti, talvolta affascinanti, talvolta discutibili. Le qualificazioni hanno infatti prodotto una serie di “favole” (o almeno così le tratta la narrazione dominante) – da Curaçao a Haiti, da Panama a Capo Verde – che sembrano incarnare la magia romantica del calcio globale. Il punto è che dietro l’immagine scintillante delle imprese inattese si cela un meccanismo ben più complesso, dove l’allargamento del format e le strategie identitarie delle federazioni rischiano di trasformare il tutto in una questione artificiosa.

Quella di Haiti e Curacao al Mondiale è una finta favola, sono calcoli razionali (Faz)

Ne parla così il quotidiano tedesco:

“Le squadre di gruppi meno affermati, quelle che si sono guadagnate il posto grazie ad anni eccezionali o prestazioni eccezionali, sono sempre state un arricchimento. Ma quando un quadro è composto quasi interamente da queste macchie di colore, potrebbe essere arte moderna, ma potrebbe anche essere semplicemente lo scarabocchio di un bambino di due anni. Inoltre, alcune favole perdono gran parte della loro magia a un esame più attento. Perché molte storie di successo sono semplicemente il risultato di calcoli razionali.

Capo Verde ha cercato in tutto il mondo calciatori professionisti che potessero giocare per la propria nazionale. Nessun giocatore di Curaçao è nato sull’isola caraibica. La Malesia ci ha provato con due spagnoli, tre argentini, un brasiliano e un olandese. Questo è stato troppo anche per la Fifa, l’organismo internazionale di governo del calcio. Ha sospeso i giocatori e sanzionato la federazione perché aveva presumibilmente presentato documenti falsi.

La nazionale a cui un giocatore partecipa è da tempo un elemento chiave nella pianificazione della sua carriera. […] Chi fa crescere la torta, come la Fifa con la sua Coppa del Mondo, assicura l’espansione del business del calcio. Questo può piacere a molti. Ma non è necessario approvare il modo in cui cambia il carattere della Coppa del Mondo. Che le 48 squadre partecipanti ora includano diverse nuove arrivate e piccole nazioni non sorprende. È la logica conseguenza della massima della Fifa: più squadre, più partite, più soldi. Il calcio fa cose calcistiche. L’idea che esistano ancora delle vere favole calcistiche è proprio questo: una favola”.

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