Dall’Igna: «Marquez mette tutti a loro agio, ma non è facile averlo come compagno»
Il Dg di Ducati ad As: "Meglio avercelo come amico che come avversario. Ho sempre voluto averlo tra i miei piloti"

Motegi 28/09/2025 - gara Motogp / foto Psnewz/Image Sport nella foto: Marc Marquez
A Gigi Dall’Igna chiedono ancora perché si siano presi Marc Marquez in Ducati quest’anno. Non bastasse il Mondiale cannibalizzato il direttore generale di Ducati Corse si impegna sempre per rispondere nascondendo un po’ lo stupore: “Ci sono fondamentalmente due motivi – spiega a As – Indubbiamente, perché l’anno scorso, prima del Mugello, aveva già mostrato delle ottime cose, soprattutto considerando che la differenza tra le moto 2023 e 2024 era certamente notevole. E poi, come dire, per me ciò che conta in un pilota non è solo la qualità della sua guida, ma anche la sua motivazione, la sua determinazione e la chiarezza con cui prende le sue decisioni. E Marc ha dimostrato sinceramente di essere desideroso di tornare a essere il Marc che era all’inizio della sua carriera. Perché, in definitiva, ha fatto molti sacrifici per arrivare a questo punto, e questo, come dire, mi ha mostrato la voglia e la volontà che aveva di raggiungere di nuovo il suo obiettivo”.
“Marc è stato senza dubbio uno dei piloti più importanti nella storia del motociclismo, quindi, come dire, l’ho sempre voluto tra i miei piloti, in Ducati. Ma è chiaro che per prendere questa decisione dobbiamo sempre essere in due; un ingaggio non può essere fatto da soli. Ho scoperto che è molto facile lavorare con lui. È un pilota che sa come mettere a proprio agio tutti coloro che lo circondano, tutti coloro che lavorano per lui. Marc mi semplifica la vita. Non ho parole per descrivere com’è stata questa stagione.
“I numeri dicono che, al momento, Marc non ha rivali con questa moto. Ma è sempre difficile sapere cosa succederà domani, perché i piloti intorno a lui sono molto forti. Per me è molto meglio averlo come amico che come nemico. Tuttavia, è certamente un compagno di squadra difficile per un corridore, non perché faccia qualcosa per mettere a disagio il suo compagno di squadra o gli altri corridori sulla stessa moto, ma semplicemente perché è un corridore molto forte”.











