Conte si rassegni, a Napoli è un uomo solo. L’ambiente se lo ritrova nel momento della festa (Corsport)
Come mai a Napoli club e squadra sono cresciuti ma la piazza è rimasta la stessa? In fondo è l'Italia che è così: se Velasco avesse allenato a calcio, avrebbe fatto la fine di Luis Enrique a Roma

Dc Napoli 05/10/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Genoa / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Antonio Conte
Conte si rassegni, a Napoli è un uomo solo. L’ambiente se lo ritrova nel momento della festa (Corsport)
Il Corriere dello Sport, con Massimiliano Gallo, commenta lo sfogo di Conte ieri in conferenza stampa.
«Siamo primi in classifica e sentiamo solo critiche. State sempre a cercare il bicchiere mezzo vuoto su tutto. Abbiamo avuto difficoltà assurde dall’inizio della stagione e continuano a esserci». Ce l’aveva più con i media che con i tifosi. Ma è un cane che si morde la coda. Perché sempre più spesso i media riportano opinioni con l’obiettivo del consenso. E in città la lamentela è un ronzio di sottofondo. Anche per gli infortuni, come se ci fossero solo qui. Il Barcellona ne ha avuti di più: quindici che hanno colpito quattordici calciatori, eppure nessuno ha messo sotto accusa Flick. Pure lo scorso anno il Napoli è stato aspramente criticato: “giocava male”, “si soffriva troppo”. Come se vincere non comportasse sofferenza. (…) Il sarrismo da queste parti ha prodotto danni inenarrabili. Si stava così bene da secondi, col premio della critica e a lamentarsi degli arbitri.
Conte si rassegni, il percorso non interessa a nessuno
Ci sarebbe un tema che in città nessuno affronterà mai: come mai a Napoli la piazza, la tifoseria, l’ambiente (mettiamoci anche i media) non sono cresciuti al livello del club e della squadra? Oggi il Napoli è la società è più solida d’Italia, ha un grande allenatore, ha fior di giocatori. Eppure l’entorno – come dicono in Spagna – è rimasto quello di un luogo che non vince mai. Questa sarebbe la domanda.
Il problema non è solo Napoli. È in Italia che manca del tutto la cultura dello sport, l’educazione allo sport. La pretesa della vittoria è un concetto che oscilla tra l’infantile e lo stupido. Ne è stato travolto persino Sinner. Conte si rassegni. Il percorso non interessa a nessuno. In città si contano sulle dita di una mano quelli che hanno compreso l’importanza di Lukaku in questo Napoli, figuriamoci il resto: l’assenza di De Bruyne, l’inserimento di nove calciatori, o le difficoltà di condurre da solo la battaglia politico-mediatica contro il Nord pallonaro. Napoli stressa. Ma in fondo l’Italia è quel paese che si innamora di Julio Velasco solo perché si occupa di pallavolo. Avesse fatto l’allenatore di calcio, sarebbe finito come Luis Enrique a Roma.











