Arbitri, Conte punge ancora Marotta: «Appena qualcuno si alza per migliorare il calcio italiano, vedete che cavolo è successo»
«L'arbitro al monitor non deve sentirsi obbligato a cambiare. L'arbitro può anche aver visto giusto. Facciamo attenzione, la situazione è molto debole»

Ni Lecce 28/10/2025 - campionato di calcio serie A / Lecce-Napoli / foto Nicola Ianuale/Image Sport nella foto: Antonio Conte
Arbitri, Conte punge ancora Marotta: «Appena qualcuno si alza per migliorare il calcio italiano, vedete che cavolo è successo»
Conte, in conferenza, evita confronti diretti tra arbitri europei e Serie A: «Parlarne troppo crea solo confusione». Secondo l’allenatore, il sistema è fragile, ma l’arbitro può aver visto giusto: il monitor non significa errore automatico. Serve collaborazione seria, senza isterismi, rispettando chi dirige la partita.
Le sue parole:
«Non mi metto a parlare di arbitraggi, lasciamo stare. Appena si parla poco poco di arbitri, appena si solleva un problema li mandiamo in confusione. Avete visto? Appena qualcuno ha parlato è successo di tutto, è successo di tutto e di più e quindi non parliamo degli arbitri altrimenti li mandiamo ancora di più in confusione. Ripeto, dispiace perché vedi a volte il sistema non si basa su fondamenta solide. Al primo soffio di vento, appena qualcuno si alza per parlare e migliorare il calcio italiano, vedete che cavolo è successo… io parlo di realtà, lasciamoli tranquilli sperando facciano attenzione, io non capisco quando c’è un monitor lì perché non venga richiamato al monitor e se viene richiamato non deve significare che c’è assolutamente un errore e l’arbitro deve sentirsi obbligato a cambiare. L’arbitro può anche aver visto giusto! Se lo chiami dici ci sarà un errore, in alcune situazioni avevano invece deciso bene. Facciamo attenzione, la situazione è molto debole, siamo collaborativi ma nel modo giusto non come in passato».
Gli arbitri forniscono un servizio, non sono la parte attiva del calcio. Questo concetto a loro non è chiaro (Zazzaroni)
“Di cosa hanno bisogno gli arbitri italiani per provare a fare meno danni? Di un po’ di pace. Interna, effettiva, concreta: quella esterna non è perseguibile.
Alcuni avvertono da tempo il profumo del cambiamento e allora riemergono i malumori a lungo sopiti e le ambizioni personali che tolgono serenità al momento dell’effettuazione del servizio. Già, perché alcuni di loro non hanno ancora capito di essere fornitori di un servizio, non la parte attiva del calcio ed è questo aspetto che chi li governa dovrebbe mettere bene in chiaro.
Non riesco a entrare nei panni del designatore – non ho la testa da arbitro – ma posso capire quanto sia difficile portare avanti un lavoro a scadenza e sotto una presidenza della quale non si è espressione: non fu Zappi a sceglierlo. Al di là della capacità e dell’esperienza di Rocchi, che sono notevoli, penso che il presidente dovrebbe – se non l’ha già fatto – rimettere in ordine le cose garantendo il massimo sostegno a chi c’è in questa fase. Un po’ come fece Berlusconi con Sacchi quando il Milan stava per andare in malora. Dimenticavo che il Cavaliere non se l’era ritrovato, Sacchi: l’aveva voluto. P.s.: Il regolamento è fatto male, dagli arbitri pretendiamo personalità e buonsenso”.











