Zverev: «Non sono un politico. Se c’è un Masters 1000 in Arabia Saudita, io ci gioco»

È ufficiale che dal 2028 l'Arabia Saudita ospiterà un torneo Masters 1000. Il tedesco in conferenza: «Si gioca a Dubai e Doha da trent’anni e non credo che ci siano mai stati problemi»

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Germany's Alexander Zverev returns the ball to Italy's Jannik Sinner during the US Open tennis tournament men's singles round of 16 match at the USTA Billie Jean King National Tennis Center in New York City, on September 4, 2023. (Photo by COREY SIPKIN / AFP)

La notizia era nell’aria da un bel po’ di tempo, nelle ultime ore è diventata anche ufficiale: l’Arabia ospiterà un torneo di tennis di categoria Masters 1000 a partire dal 2028, portando a quota 10 il totale di questa tipologia di eventi nel corso della stagione. Alla vigilia del match contro Tallon Griekspoor all’Atp 500 di Vienna (poi non disputatosi per il ritiro dell’olandese), Alexander Zverev si è soffermato sull’argomento dando – ovviamente – la propria disponibilità a giocare in terra saudita.

Masters 1000 in Arabia Saudita, la posizione di Zverev

«Se ci promettono che i fondi di un nuovo torneo serviranno a ricomprare settimane o eventi per accorciare la stagione, allora sarebbe fantastico per noi giocatori», ha esordito il tedesco. «Se invece si aggiunge solo un altro torneo senza cambiare nulla, avrebbe poco senso per chi gioca ai massimi livelli», ci ha tenuto a sottolineare.

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Molto o poco senso, però, cambia nulla. Zverev in Arabia ci andrà a giocare eccome, al di là di questioni socio-politiche o morali che riguardano davvero poco gli sportivi: «Non sono un politico. Se c’è un Masters 1000 in Arabia Saudita, io ci gioco. Si gioca a Dubai e Doha da trent’anni e non credo che ci siano mai stati problemi. L’Arabia Saudita sta cambiando molto: ci sono stato quest’anno e mi è sembrato quasi un Paese nuovo. Stanno investendo tanto nello sport, e questo è positivo (…) Spero che si usi quel denaro per restituire qualcosa ai giocatori. L’importante è che la crescita del tennis vada di pari passo con il benessere di chi lo rende possibile: i tennisti».

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