Paparesta: «Calciatori in sala Var? Idea complessa, ma non da bocciare. L’Aia non riesce ad autogestirsi»

A Tmw Radio: «LAia ha perso anche l'occasione di partecipare con un voto all'elezione del Presidente Federale. Secondo me, ci vorrebbe un organismo gestito dalla Federazione e finanziato dalla Lega, ma del tutto autonomo»

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Db Torino 19/01/2023 - Coppa Italia / Juventus-Monza / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: cartellino giallo

L’ex fischietto Gianluca Paparesta si è soffermato sulle principali vicende del mondo arbitrale ai microfoni di Tmw Radio.

Le parole di Paparesta

Che bilancio fa del Var? Dove si può migliorare?

«Il Var ha innanzitutto portato ad una sensibile riduzione degli errori. per quanto riguarda le decisioni più importanti, legate per esempio ai calci di rigore, bisogna chiarire il protocollo e capire quando si può e quando non si può intervenire. Penso che si stia deresponsabilizzando un po’ troppo l’arbitro, il quale ora tende più a non fischiare perché sa che alle proprie spalle c’è il Var. Infine servirebbe maggiore uniformità su determinate situazioni».

Pensi che sia possibile in futuro inserire alcuni ex calciatori in sala Var per aiutare gli arbitri?

«La vedo un po’ complessa. Come tutte le cose ci sono alcuni ex calciatori che potrebbero aiutare nella questione e altri che magari sarebbero meno preparati. Comunque non è un’idea totalmente da bocciare, ma la considero solo come un aiuto per chi officia il sala Var».

Che ne pensa dell’idea di spiegare le decisioni ai tifosi?

«È una grossa novità e penso che possa andare bene, dato che molta gente allo stadio non ha la possibilità di capire. Il calcio, rispetto ad altri sport, è rimasto indietro anni luce dal punto di vista della spettacolarizzazione. Se questo può aiutare, ben venga. Poi ovviamente anche gli arbitri dovranno abituarsi, perché molti non sono abituati a parlare in pubblico».

Infine che idea ti sei fatto sulla possibilità che gli arbitri di A e B potrebbero uscire dall’Aia per spostarsi sotto l’egida della Lega?

«Secondo me, ci vorrebbe un organismo gestito dalla Federazione e finanziato dalla Lega, ma del tutto autonomo, senza che le leghe abbiano voce in capitolo in merito a provvedimenti, promozioni o retrocessioni dei direttori di gara. Per quanto riguarda l’Aia, invece, negli ultimi anni ha dimostrato di essere un organismo che non riesce ad autogestirsi. Ha perso anche l’occasione di partecipare con un voto all’elezione del Presidente Federale».

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