Jonjo Shelvey: «L’Inghilterra non è più quella di 10 o 15 anni fa. A Londra non si può tenere il telefono in giro»
Alla BBC spiega perché si è trasferito negli Emirati Arabi, in terza serie: «Non voglio più che i miei figli crescano in Inghilterra»

Mi Napoli 21/10/2010 - Europa League / Napoli-Liverpool / foto Marco Iorio/Image Sport nella foto: Jonjo Shelvey
Jonjo Shelvey, ha giocato con Liverpool, Newcastle e nazionale inglese, ma a 33 anni ha deciso di trasferirsi negli Emirati Arabi, in terza serie, abbandonando qualsiasi ambizione sportiva. A Dubai il centrocampista percepisce solo 3000 euro al mese, e non ci sono quindi motivazioni economiche alla base della sua scelta, ma sono da cercare altrove, ovvero nella qualità della vita: le critiche all’attuale situazione in Inghilterra sono durissime.
Il nome di Shelvey è tornato a fare notizia negli ultimi giorni non per il motivo che lui avrebbe voluto: un calcio di rigore sbagliato negli Emirati. Il video è diventato virale sui social, con annesse battute su soldi, livello. Shelvey alla ‘BBC’ ha spiegato che «non gliene potrebbe importare di meno». E sui commenti: «Non mi dà fastidio. Da allora ho visto cose del tipo ‘è andato lì per soldi’. Mi sono chiesto ‘quali soldi?’. Non ci sono soldi nella Second Division degli Emirati Arabi Uniti. Qui lo stipendio standard è di circa 2000 sterline (3000 euro, ndr) al mese per un calciatore. In termini di quanto ho guadagnato io nel corso della mia carriera, non è niente. Mio fratello guadagna di più lavorando in un hotel a Londra, quindi non è mai stato per i soldi che sono venuto qui».
Shelvey spiega le ragioni della sua decisione: «Ho avuto il mio tempo, ora sono felice e contento. Sono solo arrivato al punto in cui voglio godermi il calcio. Si tratta di svegliarmi, godermi quello che faccio e trascorrere del tempo con la mia famiglia. Se devo essere sincero, non voglio più che i miei figli crescano in Inghilterra. Siamo molto fortunati ad aver vissuto in una bella zona del Regno Unito, ma da dove vengo io, secondo me, non si possono avere cose belle. Non indosserei mai più un orologio a Londra. A mio parere, a Londra non si può tenere il telefono in giro».
«Non sono un grande appassionato di politica. Vedo solo alcune delle cose che succedono. Vedo gente arrestata per aver twittato e poi tutte quelle bandiere e ‘riprendersi il Paese’. Non starò qui a commentare cose del genere perché non sono abbastanza intelligente per farlo e mi metterei nei guai se continuassi, ma ho la sensazione che il Regno Unito non sia più quello di 10 o 15 anni fa».
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