Goggia: «Da quando Brignone si è infortunata, io e il mio staff ci siamo chiusi in una bolla»
Alla Gazzetta: «Vorremmo evitare di essere travolti da una stagione che si preannuncia impegnativa. Ho lavorato bene fisicamente tutta l'estate».

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La sciatrice Sofia Goggia si sta preparando alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, in programma dal 6 al 22 febbraio. L’intervista alla Gazzetta dello Sport.
L’intervista a Sofia Goggia
Sofia, sente di avere tutte le attenzioni addosso?
«Non lo sento, ma se mi ci fate pensare in effetti è così. Chiaramente se ci fosse stata anche Federica Brignone, questa attesa l’avremmo divisa in due, dandoci manforte. Invece, da quando lei si è infortunata, con il mio staff ci siamo imposti di stare il più possibile nella nostra bolla, per evitare di essere travolti da una stagione che si preannuncia decisamente impegnativa. Quanto a Fede, aspettiamo tutti il momento del suo ritorno sulla neve, e magari le cose andranno diversamente da quella che è la situazione attuale. Si è affidata a gente ottima e glielo auguro».
È vero che sta benissimo, anzi, che non è mai stata così bene?
«Le sensazioni sono molto buone. Innanzitutto ho lavorato bene dal punto di vista fisico durante tutta l’estate, come non mi accadeva da tempo. E ho pure svolto un ottimo raduno in Sudamerica, portando avanti il lavoro che avevamo intrapreso nella passata stagione. Insomma, facendo tutte le corna possibili, finora non ci sono stati particolari contrattempi».
Soelden e poi altri tre giganti per cominciare una stagione in cui le gare sono 37 anziché le consuete 40-42 per via dei Giochi. Vietato sbagliare?
«Soelden è molto particolare, la sfida sarà affrontare quel muro più che le avversarie. Poi, indipendentemente da come andrà, non avrebbe senso mettere in discussione il lavoro svolto. Il segreto ce l’ha insegnato Federica Brignone lo scorso anno, si tratta di stare sempre focalizzati, tappa dopo tappa, valutando pure le brutte condizioni di una specifica gara. Se già riuscissi a dare subito il 100% di quello che ho, del lavoro svolto, sono sicura che arriverebbero tanto le vittorie quanto i piazzamenti, perché comunque può capitare che ci sia chi va più forte di te».
Milano Cortina, per il momento, resta sullo sfondo?
«Se parliamo di pressioni, assolutamente sì. Che poi, come dice il ct del volley Julio Velasco, avere la pressione è un privilegio, perché se ce l’hai significa che puoi fare grandissime cose. Ma l’invito che voglio fare a tutti i miei compagni è un altro, e cioè di focalizzarsi sulla bellezza di poter rappresentare l’Italia sul territorio italiano. Non capita a tanti di disputare un’Olimpiade in casa, dovremo provare l’orgoglio e l’emozione di essere supportati dall’energia dei nostri tifosi».
Facciamo un gioco: se vince un altro oro olimpico nella “sua” Cortina si ritira?
«No… no… no. Non è successo nel 2018 dopo la vittoria di Pyeongchang e spero che non succeda quest’anno».