Gattuso: «Non so cosa intendesse Spalletti con “leggerezza”, ma lo ringrazio. Ho pensato di chiamarlo»
Vigilia di Italia-Israele: «Quando senti parlare Luciano, capisci che è un uomo vero. Formazione? Faremo sicuramente qualcosa di diverso rispetto all’Estonia»

Db Firenze 01/09/2025 - allenamento e conferenza stampa Italia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gennaro Gattuso
Domani, ore 20:45 ad Udine, l’Italia affronterà Israele nella sesta partita valida per le qualificazioni ai Mondiali del 2026 (Gruppo “I”). Alla vigilia del match, il Ct Gennaro Gattuso è intervenuto in conferenza stampa per fare il punto della situazione in casa azzurra e soffermarsi su svariati altri argomenti.
Le parole di Gattuso in conferenza
«Siamo felici della situazione generale e della guerra che è finita, è una roba bellissima vedere tanta gente che può tornare a casa. Ci sarà la partita, con 10-11mila tifosi allo stadio, ci saranno anche persone che contesteranno e che rispettiamo, ma anche altre persone dentro a tifare per noi», ha esordito Gattuso.
Sulle parole di Spalletti: «Ringrazio Luciano prima di tutto, non ti nego che parlando con la Federazione ho pensato di chiamarlo, per sentirlo. Però quando senti parlare Luciano, capisci che è un uomo vero. Per come la penso io, di sicuro c’è solo la morte, tutto va conquistato. Io quando sono arrivato sapevo al 100% quello che volevo fare. Non so cosa intendesse con leggerezza, ma riuscire a lavorare con la voglia e il senso di appartenenza è il mio obiettivo. Bisogna parlare quando si deve parlare, li lasciamo liberi, si parla di calcio quando si deve parlarne. Anche a me dava fastidio quando si parlava troppo, stiamo facendo questo. I meriti sono dei giocatori, basta guardare Bastoni. Poteva andare via subito, invece è rimasto con la squadra, così come Moise Kean. Ha preferito mangiare con la squadra e poi partire».
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Tu da giocatore ti allenavi sempre al 100%. E’ quello che chiedi ai tuoi ragazzi?
«Io mi allenavo al 100% perché a livello qualitativo ero il più scarso di tutti. Non faccio mai il paragone per quanto ho fatto io in carriera. Sappiamo che dobbiamo fare determinate cose, quando si lavora gli allenamenti devono assomigliare a una partita. E’ normale che abbiamo tanti numeri a disposizione, i numeri sono importanti».
La scelta dal primo minuto dei due centravanti è anche un’intuizione psicologica?
«Avevo solo un dubbio, se riuscivamo a supportare il peso di due attaccanti. Non sono contento per i gol che stanno facendo, ma per il lavoro che stanno facendo, rincorrono l’avversario, scalano sull’avversario. Era questa la mia preoccupazione più grande, ma non solo Kean e Retegui, anche Pio. C’è un lavoro dientro insieme al mio staff, anche il momento ci ha portato a fare una scelta così».
La gara dell’andata ha fatto capire che alcune cose non ti sono piaciute: stai sistemando quelle cose lì?
«Con la grinta non si sistema nulla. Secondo me è stato un problema di attenzione, abbiamo sofferto quando abbiamo lasciato spazi. Sarà più o meno la stessa partita, loro si giocheranno il tutto per tutto facendo una gara offensiva. Rimane che da metà campo in su loro sono forti e ci possono mettere in difficoltà».
Ha parlato con la squadra delle proteste che ci saranno fuori?
«No solo della partita, oggi abbiamo fatto solo sessione video. I ragazzi lo sanno, sono sempre al cellulare. Ma sicuramente si concentreranno su chi sarà dentro».
Che partita preparerà domani? Pio Esposito dal 1′?
«Vediamo, sicuramente faremo qualcosa di diverso rispetto all’Estonia. Pio? Merita tutto, vediamo. Ha giocato 70-75′ più recupero, le partite si possono cambiare anche entrando a gara in corso».
Infine, sui playoff: «Dobbiamo prima arrivarci. Pensiamo prima alla partita di domani. Non abbiamo ancora preparato nulla».