Stefano Andreotti: «A Totò che si lamentava del fisco papà diceva “L’umiltà è una virtù stupenda, ma non quando si esercita nella dichiarazione dei redditi”».
A Libero: «La foto a braccetto con la Magnani a Venezia era una cosa del tutto innocente. Ma al rientro a Roma, un pizzicotto mamma glielo diede comunque»

Giulio Andreotti Roma, 19/12/2006 Presentazione del libro di Giuseppe Parlato "Fascisti senza Mussolini". Photo Samantha Zucchi Inside
Libero intervista oggi Stefano Andreotti, manager di successo ora in pensione e terzogenito di Giulio Andreotti (gli altri tre sono Lamberto, Marilena e Serena), impegnato da anni a ripristinare un po’di chiarezza attorno al profilo di suo padre.
«Deve essere un pesce democristiano», diceva Totò in Fifa e arena, nella scena della creatura marina che gli impediva di rimirare le nudità della Barzizza. A Totò si potevano concedere queste licenze. Purché non uscisse troppo dal seminato…
«Con Totò ebbe sempre un rapporto molto cordiale, nutriva una vera predilezione per i suoi film e la mantenne tutta la vita. Ci furono sì dei casi in cui l’estrosità del Principe venne messa a bada, come la scena della licenza elementare di Totò e i re di Roma in cui l’attore tirava fuori De Gasperi, e la censura provvide a ridoppiarlo sostituendo De Gasperi con Bartali, ma l’intervento diretto di mio padre in quella occasione credo sia una delle tante fandonie messe in giro sul suo conto».
Leggi anche: «Andreotti recensiva i ristoranti. Usciva solo con tre amici, gli unici romani che non gli chiedevano nulla»
Rapporto di fiducia comprovato dal fatto che, angariato dalle tasse,Totò cercava nell’allora ministro delle Finanze Andreotti una sponda amichevole. Una volta gli fece notare, scherzosamente: «Nella vita ognuno ama di essere super valutato, ma io lo sono solo dal fisco».
«E al lamento sulle troppe tasse mio padre rispose, con una delle sue massime epigrafiche: “L’umiltà è una virtù stupenda, ma non quando si esercita nella dichiarazione dei redditi”».
Negli anni da sottosegretario suo padre era molto giovane, di frequente a contatto con bellissime attrici. Le tentazioni di Sant’Antonio, al confronto…
«Non per non cadere in tentazione ma per evitare ogni pettegolezzo non prendeva mai l’ascensore da solo con una donna, e se ne riceveva una in ufficio aveva cura di lasciare aperta la porta. Ci fu solo l’episodio della fotografia a braccetto con la Magnani a Venezia. Anche qui una cosa del tutto innocente. Ma al rientro a Roma, un pizzicotto mamma glielo diede comunque»
Leggi anche: Sandra Milo: «Andreotti era timido e tenero, recitava la parte dell’uomo forte»
Andreotti disse al regista Sorrentino che il film Il Divo era «una mascalzonata», ma in privato avrà utilizzato tutt’altre espressioni che il giovane sottosegretario, illo tempore, avrebbe cesoiato…
«Il termine “mascalzonata” per lui era già un’espressione molto forte, dato il suo assoluto controllo nel parlare, anche in famiglia. Comunque il giudizio era assolutamente negativo. Noi figli a proposito de Il Divo usiamo termini molto, molto più coloriti»