«La pallavolo italiana scoppia di salute, ma la scuola fa ostruzionismo sulle palestre», la denuncia della Federazione

Il presidente della Federvolley: «Aprite le palestre scolastiche ai bambini che vogliono giocare a pallavolo: non sono della burocrazia, ma della comunità»

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Italy’s Alessandro Michieletto spikes the ball during the 2025 Men's Volleyball World Championship quarter-final match between Belgium and Italy at the Mall of Asia Arena in Pasay City, Metro Manila, on September 24, 2025. (Photo by Jam STA ROSA / AFP)

Il paradosso della pallavolo italiana: campioni del mondo al maschile, oro olimpico e campioni del mondo al femminile. Boom di tesserati ma non c’è la possibilità di dare risposta all’enorme domanda di volley che c’è in Italia. Perché? Perché semplicemente non ci sono palestre a sufficienza. «Aprite le palestre scolastiche ai bambini che vogliono giocare a pallavolo: non sono della burocrazia, ma della comunità». È l’appello lanciato dal presidente della Federvolley, Giuseppe Manfredi, al telefono con l’Ansa da Abu Dhabi dove sta rientrando in Italia con la nazionale laureatasi ieri campione del mondo.

Le palestre scolastiche neo del sistema virtuoso Italia

«La pallavolo italiana è un sistema virtuoso, con una sola nota dolente: gli impianti – spiega – È già boom di tesserati, ma dopo i Mondiali di donne e uomini non potremo accontentare i tanti bambini in fila. Non si possono lasciare vuote le palestre scolastiche: col ministro Abodi forse siamo vicino alla soluzione».

Il segreto della pallavolo la cura del settore giovanile

«Il segreto del nostro movimento é la grande cura del settore giovanile, insieme con un rapporto solido con i club». «I successi di vertice trainano il settore, i vivai alimentano il vertice – spiega il n.1 della Fipav – Vorrei ricordare che oltre al titolo delle azzurre di Velasco e degli azzurri di De Giorgi, nell’Under 21 i ragazzi sono secondi al Mondiale, le ragazze campionesse del mondo. Insomma, abbiamo messo il timbro dell’Italia sulla pallavolo mondiale e se ci giriamo non vediamo il deserto, ma un grande futuro”.

La nazionale allenata da De Giorgi é di rientro a Roma, dove l’atterraggio a Fiumicino é previsto poco dopo le 20. Poi l’8 ottobre l’incontro con Mattarella. “E’ lui che ci ha chiamato – dice orgoglioso Manfredi – oramai al Quirinale siamo di casa. Purtroppo non potranno esserci tutti gli atleti, perché molti sono già al lavoro. Ma sarà una festa bellissima, che poi estenderemo anche ai territori”.

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