In Norvegia amano più Ødegaard che Haaland
Per Vg, il centrocampista dell'Arsenal è considerato il talento più puro della storia del calcio norvegese. Haaland viene definito solo un grande finalizzatore.

2022 - Uefa Nations League / Danimarca / foto Imago/Image Sport nella foto: Erling Haaland ONLY ITALY
Ci si attendeva una vittoria schiacciante. Ne è uscito un trionfo quasi irreale. 11–1 è la seconda vittoria più larga della storia delle qualificazioni europee ai Mondiali: solo la Germania Ovest ha fatto meglio, con un 12–0 su Cipro nel 1969. Poi Ungheria-Grecia nel 1938 (11-1), Macedonia–Liechtenstein nel 1996 (11-1), e ora Norvegia–Moldova nel 2025 (11-1). Il portale norvegese VG si coccola il gran momento della nazionale scandinava.
La partita
La Norvegia è partita a razzo: due gol in dieci minuti. Poi, però, un vistoso calo. A metà primo tempo, il gioco norvegese appariva timido, privo di ritmo e senza idee: niente calci piazzati, niente pressione evidente davanti alla porta, nessuno sfruttamento del gioco aereo di Alexander Sørloth, e troppi passaggi laterali. Ståle Solbakken sembrava sul punto di gettare la spugna. Sembrava che la nazionale stesse per buttare via un’opportunità d’oro, quella tendenza che potrebbe valere un posto al Mondiale, un vantaggio forse anche più prezioso di un punto. Invece, la Norvegia non ha affatto sprecato l’occasione.
Ødegaard e Haaland i due calciatori più forti al mondo
VG scrive:
Il Paese può contare su due dei migliori calciatori al mondo. Okay, l’avversario era modesto, ma ciò che Martin Ødegaard e Erling Braut Haaland stanno facendo è a dir poco stupefacente. Uno è forse il talento più puro della storia del calcio norvegese. L’altro è un finalizzatore come non se ne vedono altrove. Ødegaard è l’architetto della squadra. Dipinge il gioco con i suoi passaggi, ha una visione che pochi posseggono. Ha il controllo totale, sempre, della partita, e un ritmo di gioco inumano. Sembra vivere in un’altra dimensione, ma in un certo senso non lo è.
La combinazione tra la brillantezza di Ødegaard e la potenza di Haaland è il momento più bello che il calcio norvegese abbia mai offerto. Di gran lunga. Ødegaard danza sul pallone, mentre Haaland colpisce con brutalità. Ora ha segnato 48 gol in 45 partite con la nazionale — una cifra folle, proprio come la serata appena trascorsa. Certo, potremmo citare altri incredibili numeri del centravanti: gol in otto partite di fila in nazionale, in otto gare di qualificazione mondiale, 33 reti in 26 partite casalinghe… Ullevaal è il suo parco giochi personale. Non è solo un finalizzatore con un piede potentissimo; quando non poteva più spingere il pallone in rete, si è trovato fuori posizione, ha pensato in frazioni di secondo: doveva alzare la palla verso l’angolo più lontano — ed è stato splendido.
L’estasi degli undici gol
Anche il primo gol è stato magnifico: passaggio delizioso di Ødegaard per Haaland, e Felix Horn Myhre ha dovuto solo appoggiare in rete. Il 3–0 è stato liberatorio: un Ødegaard pulsante, un Haaland in scia, e il pallone arrivato al momento giusto — e come nel match contro l’Italia, si sono baciati all’angolo del campo. Una nuova celebrazione da firma, e subito dopo un passaggio da firma che solo Ødegaard vede e solo Haaland sa sfruttare. Ødegaard ha anche segnato prima dell’intervallo, la sua quarta rete in 67 partite con la nazionale — se vogliamo trovare una piccola pecca, è questa. Però, serve davvero farlo? La Moldova è stata travolta, e il secondo tempo è stato altrettanto pazzesco. Altri due gol di Haaland: il primo una splendida incornata, poi un suo assist su calcio di rigore regalato a Thelo Aasgård, che ha segnato la sua tripletta. Il giocatore dei Rangers si è scuotuto la testa dopo il quarto gol in appena la terza presenza con la nazionale. Quello che ha fatto Haaland — cinque gol — non si vedeva dal 1948. Ed è ancora più incredibile trovare qualcuno che abbia segnato almeno tre volte in cinque partite consecutive: Jørgen Juve, negli anni ’20 e ’30.
Sempre più tifosi cantano a gran voce: “La Norvegia andrà ai Mondiali”. Prima, però, bisogna battere un Israele un po’ ostico a Ullevaal, in una partita in cui non si potrà esigere una valanga di gol. Solo tre punti.