Gattuso: «Esposito e Leoni sono giovani ma giocano da grandi. Leoni mi aveva colpito contro Lukaku»
In conferenza: «I calciatori mi devono colpire per la personalità. Da loro mi aspetto senso di appartenenza e voglia di sacrificarsi. Giocheremo a quattro in difesa»

Db Firenze 01/09/2025 - allenamento e conferenza stampa Italia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gennaro Gattuso
Conferenza stampa di Gattuso all’inizio del raduno della Nazionale in vista delle due partite di qualificazione mondiali: venerdì 5 settembre a Bergamo contro l’Estonia e lunedì 8 settembre contro Israele a Debrecen (Ungheria) campo neutro. Le partite inizieranno alle 20.45.
Il testo della conferenza da Sky Sport.
Gattuso fa una rapido check dello stato di salute dei calciatori.
«Scamacca resta qui e lo valuteremo, ha fastidi al ginocchio ma resta con noi. Donnarumma deve sistemare alcune cose, farà visite mediche e poi firmerà col Manchester City. Anche Tonali andrà gestito. Gli altri sono tutti al 100%».
Come vede questo campionato dove ci sono sempre meno italiani?
Gattuso: «Leoni è giovane e va in Premier con una giusta valutazione. Anche Raspadori, abbiamo tanti italiani all’estero. Non siamo messi male, forse giocano pochi italiani e lo dice l’ultimo record negativo. Ora però dobbiamo pensare di tirare fuori il meglio dai nostri giocatori. Spero però di vedere più italiani nel nostro campionato».
Il sindaco di Udine ha detto che Italia-Israele non dovrebbe giocarsi per motivi di ordine pubblico…
«Rispetto il suo parere. Sono uno di pace e mi auguro che in tutto il mondo ci sia la pace. Mi fa male al cuore vedere bambini e civili colpiti e uccisi, questo mi tocca di più. Penso però che anche il presidente si stia dando da fare per trovare soluzioni e giocare a Udine in maniera perfetta. Spero si arrivi a una soluzione non solo in Israele: fa male vedere le immagini che arrivano dal mondo».
Teme che l’Italia possa farsi prendere dalla frenesia di inseguire la Norvegia?
Gattuso:«Pensiamo a una gara per volta e a fare bene. La nostra storia dice che di goleade ne abbiamo fatte poche, non ce l’abbiamo dentro. Dobbiamo entrare in campo con veemenza e senso di appartenenza, ma non possiamo pensare alla partita con l’obiettivo di fare goleade».
Quale è stato il primo principio nella costruzione della rosa?
«Se vuoi difendere a quattro sono tornati gli esterni che per un po’ erano mancati. Le convocazioni sono state fatte sul principio di difendere a quattro. Abbiamo valutato anche il minutaggio dei convocati: qualcuno ha fatto qualcosa in meno, ma l’ho voluto in gruppo perché lo reputo importante».
C’è un regista, che cosa gli chiede?
«Dipende se vogliamo giocare con uno o due attaccanti oppure a due o tre a centrocampo. Lo faremo partita per partita, ma le convocazioni sono state fatte per schierare la squadra nel modo migliore possibile».
Gattuso, la difesa a quattro e l’esclusione di Chiesa
Cosa pensa di aver trasmesso ai giocatori questa estate?
«I giocatori li chiamo spesso al telefono. Devo ringraziare i club per come ci hanno accolto. In quel momento hai poco da dire ai giocatori, meglio farlo a Coverciano. Il mio giro non è ancora finito, mancano 10-11 squadre».
Quale è stata la prima cosa che hai detto ai giocatori oggi? E ti aspetti davvero un aiuto dai club?
«I ringraziamenti che ho fatti non sono casuali. Me l’hanno dimostrato coi fatti, penso all’Atalanta che ci ha concesso Scamacca anche se non è al meglio. Penso che in futuro troverò questo rapporto: non voglio mettere in difficoltà né i giocatori né i club».
Quale è il suo stato d’animo?
«Carico a molla. Lo ero dal primo giorno, sento anche la responsabilità perché ho vestito questa maglia. Le somme le tireremo alla fine, ma paura sicuramente no».
Che partita dobbiamo aspettarci contro l’Estonia? E cosa vuole vedere dai giocatori?
Gattuso: «Il senso di appartenenza e la voglia di sacrificarsi. Non deve esserci panico, dobbiamo essere squadra mettendo grande entusiasmo. Deve esserci un gruppo di 27-28 giocatori, è sempre stata la nostra forza. Il carattere non è mai mancato e dobbiamo recuperare questo aspetto. Estonia? Giocano di rimessa ma provano a partire dal basso costruendo. Quando hanno la palla bisogna essere bravi a farli sbagliare».
Si giocasse con due punte chi potrebbero essere compatibili?
«Tutti e quattro, ma anche Raspadori e Maldini da sottopunta».
Che valutazione ha fatto su Chiesa? E la titolarità in campionato quanto inciderà sulle sue scelte?
«Ho parlato con Chiesa e la scelta l’abbiamo condivisa insieme. Non si sentiva pronto al 100% e abbiamo deciso insieme con grande tranquillità. Per quanto riguarda il minutaggio coi club, ci sono anche giocatori di qualità come Raspadori che riesce a darmi qualcosa di diverso».
Cosa l’ha colpita in queste due prime giornate di Serie A? E quanto le è stato difficile fare convocazioni?
«Non è difficile, abbiamo lasciato a casa gente come Buongiorno, Ricci e Cristante che fanno parte del nostro progetto. Oggi tante squadre giocano a tre, ma alla fine bisogna scegliere giocatori funzionali. La Serie A è molto difficile non solo tatticamente».
Ci sono giovani già pronti tra i tuoi convocati?
«Difficile dirlo, essere pronti dipende anche dall’esperienza. Fabbian è molto simile a Frattesi, ha fisicità e si inserisce bene. Esposito è indiscutibile per età e tecnica. Noi li vediamo i giovani, anche Leoni che ha grande personalità».
Quanto le fa piacere di trovare lo stadio pieno venerdì?
«Dobbiamo ringraziare chi ha comprato il biglietto, ne abbiamo bisogno. Voglio fare un appello per la partita di Udine tra un mese e mezzo: abbiamo bisogno della nostra gente, non possiamo più sbagliare. E ringrazio la piazza di Bergamo e nuovamente all’Atalanta: speriamo di dare una gioia a chi verrà alla stadio».
Cosa ci dice il nostro movimento che punta su giovani come Esposito e Leoni?
«Un giocatore mi deve colpire se ha personalità. Loro sono giovani ma giocano già da grandi, non hanno paura. Leoni mi aveva colpito contro Lukaku l’anno scorso, penso sia pronto e ha la giusta sfacciataggine. Le scelte vengono fatte quando vedo qualcosa di diverso».
In soli tre giorni come si fa a incidere e dare ciò che Gattuso vuole dare alla Nazionale?
«Siamo qua da sabato con lo staff, abbiamo smontato i nostri lavori per come siamo abituati nei club e abbiamo preparato allenamenti tattici in modo diverso. Lo facciamo affinché non pesi ai ragazzi. E negli ultimi anni in ritiro si dorme al massimo una/due notti: i ragazzi non sono abituati a stare più tempo insieme. Non dobbiamo assillarli parlando solo di calcio, ma devono stare bene insieme. Il tempo è poco, basta farsi capire e parlare in modo corretto. E soprattutto giocando da squadra per 90 minuti».
La Nazionale torna a difendere a quattro: non è un rischio?
«In tanti hanno giocato a quattro. Io devo sentire ciò che propongo, altrimenti mi beccano dopo cinque minuti… Costruiamo a tre e difendiamo a quattro. Vedremo di schierare la squadra nel miglior modo possibile».